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Berlusconi rinviato a giudizioper la compravendita di senatori

Il gup ha accolto la richiesta dei pm Woodcock e Milita. Nel 2006 il Cav avrebbe dato due milioni a De Gregorio per fargli lasciare l'Idv e far cadere Prodi

Matteo Legnani
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Silvio Berlusconi finisce alla sbarra in un altro processo, quello sulla cosiddetta 'compravendita di senatori', con la quale, secondo l'accusa, alla fine del 2006 il Cavaliere avrebbe tentato senza riuscirvi di far cadere il governo guidato da Romano Prodi. Insieme al faccendiere Valter Lavitola, secondo i pm John Woodcock e Alessandro Milita, Silvio Berlusconi avrebbe coinvinto il senatore Sergio De Gregorio a lasciare l'Italia dei valori per lavorare all'"operzione libertà" che aveva l'obiettivo di mettere in minoranza il governo di centrosinistra. De Gregorio ha ammesso davanti ai pm di aver accettato tre milioni di euro in nero per cambiare schieramento politico alla fine del 2006. Il gup Amalia Primavera ha accolto la richiesta della procura, rinviando a giudizio sia Lavitola che Berlusconi. L'accusa per entrambi è quella di corruzione. La prima udienza del processo si terrà davanti alla quarta sezione penale del tribunale di Napoli l'11 febbraio prossimo. Dopo aver appreso la notizia del rinvio a giudizio scoppia l'ira del Pdl contro le toghe che assediano Silvio a colpi di sentenze e indagini. Renato Schifani è chiaro: "Milano chiama, Napoli risponde. L'accerchiamento giudiziario sul presidente Berlusconi continua, senza esclusione di colpi. L'obiettivo pero' non sara' raggiunto. Gli siamo ancora piu' vicini in questo particolare momento. Nessuno si illuda, Silvio Berlusconi restera' a lungo il leader del centrodestra e della maggioranza degli italiani''. Anche Mara Carfagna punta il dito contro i magistrati: "Nulla di nuovo sul fronte napoletano. La strategia di certa magistratura e' chiara, cosi' come i suoi fini. La riforma della giustizia e' ineludibile'', scrive su twitter l'azzurra. "Berlusconi rinviato a giudizio a Napoli con prima udienza fissata l'11 febbraio. Visti i tempi immancabilmente fulminei garantiti dalla giustizia italiana a tutti i procedimenti che riguardano il Presidente Berlusconi, e' probabile che per la fine di febbraio tutto sara' gia' concluso e deciso'', afferma Deborah Bergamini del Pdl. ''Quello che sta accadendo - aggiunge - e' assurdo e non piu' tollerabile. Riformare la giustizia e subito, a cominciare dal riequilibrio tra i poteri, la separazione delle carriere, l'introduzione della responsabilita' civile dei magistrati, l'estensione a tutti i cittadini dei criteri di efficienza riservati fino ad oggi ad uno solo, Silvio Berlusconi. Dobbiamo farlo prima che i moderati italiani vengano privati della voce, della rappresentanza e della liberta' di scelta".    

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