Matteo Salvini, lo sfogo brutale dopo la buffonata di Luigi Di Maio: "Qua rischiamo una figura di me***"
Matteo Salvini era a Mosca mentre a Roma Luigi Di Maio andava a Porta a porta ad annunciare una denuncia in procura contro il governo, cioè se stesso, per colpa di una "manina" che avrebbe modificato il Def a sua insaputa. Migliaia di chilometri di distanza che sono stati salvifici per il leader grillino, perché se si fosse ritrovato davanti il segretario del Carroccio, lo scontro tra i due sarebbe stato brutale. Leggi anche: Ghisleri, quanto costa l'idiozia sulla "manina" di Di Maio: un dramma per M5s e Lega L'uscita del grillino avrebbe irritato e non poco il leghista, come riporta un retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale: "Quel testo è stato votato da tutti - si è sfogato Salvini con i suoi - e se qualcuno non è più d'accordo lo dica. Non possiamo riconvocare il Consiglio dei ministri ogni due per tre". Quando Di Maio ha sparato la storia della manina da Vespa, Salvini era a un gala di Confindustria a Mosca e non riusciva a crederci: "Non capisco come gli sia venuto in mente di fare una cosa del genere senza avvertire nessuno. Non si rende conto che la Ue ci aspetta al varco, che ci attaccano da tutte le parti, e, invece, ci ritroviamo che mentre mandiamo Conte a Bruxelles a spiegare la manovra, il vicepremier a Roma gli spara contro. Qui rischiamo la figura di me***". E più che un rischio ormai sembra una maleodorante certezza.