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Laura Castelli, l'accusa gravissima da leghisti e grillini sulla "manina": "Non ha capito cosa c'era scritto"

Gino Coala
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Ci sono i primi indizi a proposito della famigerata "manina" sul Def che ha fatto scoppiare la guerra nel governo tra Lega e M5s. In diversi, secondo Agi, tanto nel Caroccio quanto tra i grillini, puntano il dito contro il vice ministro dell'Economia Laura Castelli, accusata di essersi distratta nel corso della gestione del decreto. In sostanza la Castelli non avrebbe colto il senso di quanto c'era scritto nel testo, il suo vero impatto e le conseguenza dei provvedimenti condivisi. Leggi anche: Manina e condono, la grillina Castelli: "La Lega lo vuole, si apre un problema politico" Le accuse più gravi arrivano dai leghisti, che ribadiscono come la versione del decreto uscita dal Consiglio dei ministri, per quanto allo stato embrionale, fosse stata condivisa da entrambi i partiti. Da parte grillina era proprio la Castelli a doversi occupare della verifica, proprio lei che era stata tra i primi a sollevare una "grave questione politica" nel caso in cui fosse stata confermata la modifica del testo rispetto a quanto concordato. Un tentativo di distrarre l'attenzione dalle proprie responsabilità, dicono i maligni, mentre la Castelli si sarebbe già difesa dal pressing dei colleghi di partito: "Mica scrivo io le norme", cercando di scaricare ogni colpa sugli alleati della Lega.

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