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Claudio Borghi stronca la manovra: "Se fossi andato io a trattare uscivamo col 4,2 per cento"

Cristina Agostini
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Alla fine il governo ha ceduto alle richieste di Bruxelles per evitare la procedura di infrazione per l'Italia ma la tensione all'interno dell'esecutivo resta altissima. Pare che la cena in una trattoria romana con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Riccardo Fraccaro e Giancarlo Giorgetti si sia di fatto trasformata in un vertice. Riporta il Giornale che tra i due vicepremier è calato il gelo. Formalmente da parte dei vicepremier c'è "piena fiducia nel lavoro del premier".  Leggi anche: Le conseguenze della manovra, arriva la patrimoniale? Ma il clima non è sereno. Claudio Borghi è deluso: "Avevo consigliato di fare altro. Non sempre i consigli vengono accettati. Succede", si lascia andare il presidente della Commissione Bilancio, che in serata, ospite di PiazzaPulita, su La7, insiste: "Se fossi andato io a Bruxelles uscivamo col 4,2 non col 2,04. Meglio che vada Conte perché io non sono fatto per trattare". Già prima di PiazzaPulita, nella tarda serata del 13 dicembre, poco dopo le notizie sul deficit rimodulato al 2,04%, Borghi aveva espresso tutte le sue perplessità su Twitter, con questo cinguettio: In molti mi chiedono un'opinione sul deficit. Aspetto i dettagli. Io come sapete avevo consigliato di fare altro. Non sempre i consigli vengono accettati. Succede. Del resto se si delega si delega... Quando vedrò tutti i dati vi saprò dire con la consueta sincerità.— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 13 dicembre 2018

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