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Reddito di cittadinanza, la vergogna grillina: importi più bassi (tutti al sud) e briciole ai disabili

Cristina Agostini
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È il reddito delle grandi bugie, perché i Cinque Stelle sono riusciti nella doppia impresa di mentire ai loro elettori e alla Lega. Ai primi hanno promesso un assegno assai più consistente di quello che sarà erogato. Luigi Di Maio, però, può ingannare chi lo ha votato, non la matematica: «5.974 milioni di euro nel 2019», tanti ne stanzia il provvedimento, spalmati su 1,7 milioni di percettori a partire da aprile, come hanno promesso di fare, equivalgono a una paghetta media mensile di 390 euro. Cifra che potrà solo scendere: la stessa norma prevede «la rimodulazione dell'ammontare del beneficio», ovvero il taglio di tutti gli importi, se le domande saranno superiori al previsto. Il resto sono chiacchiere. Vittime di altre due bufale sono i leghisti e gli italiani che costoro avrebbero dovuto difendere. Una è già venuta a galla: nel provvedimento approvato giovedì a palazzo Chigi non c'è traccia del sostegno ai disabili chiesto da Matteo Salvini e i suoi. L'altra fola riguarda chi percepirà il reddito di cittadinanza: la platea sarà «per il 50% al Sud e il 50% al Centro-Nord», ha detto il ministro del Lavoro a cose fatte. Le statistiche, però, raccontano una storia molto diversa, che non farà piacere al Carroccio: almeno sette su dieci, tra coloro che hanno diritto alla prebenda, abitano nelle regioni meridionali. Erano stati proprio gli uomini del ministro dell' Interno, l' 8 gennaio, a bloccare il varo del reddito di cittadinanza usando toni perentori: «Se non ci sono i soldi per i disabili e le famiglie, non lo votiamo». Nove giorni dopo, il decreto è stato approvato dal consiglio dei ministri, col placet del Carroccio. Eppure le norme sono le stesse di prima, identiche: nulla di ciò che chiedevano i leghisti è stato inserito. Con enorme delusione delle associazioni che difendono i disabili. Associazioni furiose - Alla Federazione italiana per il superamento dell' handicap sono furibondi. «Uno degli impegni più severi nelle prossime ore», spiega il presidente Vincenzo Falabella, «sarà spiegare alla nostra gente come la disabilità sia stata ignorata nel decreto». Non solo, infatti, non c' è alcuna traccia dell' aumento delle pensioni di invalidità che era stato promesso, ma le famiglie con disabili sono addirittura penalizzate: «Vengono considerate alla stregua di un reddito le stesse pensioni di invalidità, criterio che avevamo chiesto fosse espunto. Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo familiare». Il risultato è che l' importo del reddito di cittadinanza sarà «più basso quando in famiglia c' è un disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane che percepisce una borsa lavoro». Durissimo pure il giudizio dell' Associazione nazionale mutilati e invalidi civili: «Prevalgono oggi, fra i disabili italiani, delusione e sconcerto». Dunque o la maggioranza gialloverde ci mette una pezza in Parlamento, riscrivendo il testo e trovando le coperture per i nuovi interventi, oppure tutti loro, iniziando dai leghisti cui appartiene il ministro "per la Famiglia e le Disabilità" Lorenzo Fontana, perdono la faccia dinanzi ai 4,4 milioni di connazionali portatori di handicap e ai loro congiunti. Servirà qualche mese, invece, perché venga ufficialmente a galla l' altra frottola, quella della ripartizione "paritaria" del reddito di cittadinanza, anch' essa partorita da Di Maio con lo scopo di togliere agli alleati motivi per non votare il decreto. Già nei documenti preparati dal suo ministero per illustrare il provvedimento si legge una cosa diversa, ovvero che nel Sud (dove vive il 34% degli italiani) ci saranno il 53% dei beneficiari; anche questa, però, è una quota sottostimata. Le ultime statistiche - Il provvedimento oggi in vigore più simile al reddito di cittadinanza è il Rei, il reddito di inclusione introdotto nella scorsa legislatura, del quale la nuova prebenda prenderà il posto. Pure le caratteristiche delle due platee sono paragonabili. E leggendo le ultime statistiche sul Rei, risalenti a ottobre, si scopre che «la maggior parte dei benefici vengono erogati nelle regioni del Sud (69%), con interessamento del 72% delle persone coinvolte». Il reddito di cittadinanza promette di essere ancora più sbilanciato a vantaggio del Mezzogiorno: come nota l' economista Massimo Baldini sul sito Lavoce.info, «l' esclusione di molte famiglie straniere», concentrate soprattutto al Nord, «accentuerà la distorsione a favore delle regioni meridionali». di Fausto Carioti

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