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Matteo Salvini, il sondaggio più impensabile: quale regione si prende, il Pd sconvolto

Davide Locano
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Bye bye Emilia rossa. Che di rosso, nella terra di Peppone, fosse rimasto solo il Lambrusco si era capito da tempo. Le elezioni di marzo erano state l' ennesima sveglia, con la Lega che aveva quadruplicato i suoi consensi, arrivando al 19,2% e il Pd in crollo verticale. E non è un episodio. Tutto lascia pensare che le prossime amministrative, in primavera, segneranno il passaggio definitivo: da rossa a verde. L' ultimo segnale è un sondaggio fatto da Ipsos e pubblicato dal Corriere di Bologna: il Carroccio è il primo partito in Emilia Romagna in termini di fiducia. Lo studio si riferisce all' ultimo semestre del 2018. La fiducia nel partito guidato da Matteo Salvini arriva al 23%, quattro punti in più rispetto al 19,2% delle ultime politiche. Solo un punto in meno rispetto alla fiducia registrata a livello nazionale, che si attesta, secondo Ipsos, al 24%. Al secondo posto, ma con ampio margine di distacco, c' è il Pd, fermo al 17% contro il 14% nazionale. I dem non solo crollano, ma perdono quasi dieci punti rispetto alle ultime politiche, dove erano riusciti a mantenere il 26,4% dei voti. Leggi anche: Matteo Salvini, la risposta alla vergogna di Zucconi L'ONDA SALE I primi mesi del governo gialloverde, insomma non solo non hanno intaccato la fiducia degli emiliani nei confronti della Lega, ma l' hanno aumentata. Ma non riguarda tutta la maggioranza. Prova ne è il pessimo risultato del Movimento 5 stelle, che passa dal 27,5% delle Politiche (erano il primo partito in regione) al 15%. Resta una grande fascia di indecisi: il 38%. Positivo è anche il giudizio sul governo: il 48% degli emiliano-romagnoli dà un parere positivo. Piace il premier Giuseppe Conte (53%), seguito da Matteo Salvini (42%) e da Luigi Di Maio (37%). Nel complesso, la Lega incassa il 44% dei giudizi positivi, contro il 38% del M5S. Numeri che fra qualche mese, quando si voterà in 236 comuni emiliano-romagnoli, di cui 5 capoluoghi di provincia, potrebbero materializzarsi in una piccola valanga verde. I capoluoghi che andranno al voto sono Ferrara, Cesena, Forlì, Modena, Reggio Emilia. In tutti il sindaco uscente è sostenuto dal centrosinistra. Ma la tradizione che continua ininterrotta dall' inizio della Repubblica potrebbe interrompersi. Almeno in tre capoluoghi di provincia, infatti, la Lega potrebbe vincere. E sarebbe un fatto clamoroso. La partita dove ha più chance è Ferrara, dove il Pd ancora non ha scelto un candidato. Prima di Natale, inseguiti dalla Lega sui temi della sicurezza e dell' immigrazione, i dem avevano pensato di schierare Fulvio Bernabei, ex comandate provinciale della Guardia di finanza. Ma dopo un tira e molla di alcune settimane, l' ex comandante si è tirato indietro. OCCHIO A BOLOGNA Era spuntata l' idea di una candidatura civica, ma non tutti nel Pd erano d' accordo. Morale, l' alternativa è tra Aldo Modonesi, attuale assessore ai Lavori pubblici e Marcella Zappaterra, ex presidente della provincia. Ma con possibilità di vittoria bassissime: nel caos del Pd crescono sempre di più le chance del leghista Alan Fabbri, per due legislature sindaco di Bondeno, paesino dell' Alto ferrarese, e ora capogruppo della Lega in Regione. Ancora non è ufficiale, ma il Carroccio proverà a schierare lui. Del resto un sondaggio pubblicato in luglio dava la Lega nella città estense al 29,9% con il Pd al 23,2%. E con un 6% in più al Carroccio, nel caso a guidarlo fosse stato Fabbri. E la Lega potrebbe spuntarla anche a Modena e Forlì. Fabbri non è stupito dai sondaggi. «Solo chi non vive qui può stupirsi. Abbiamo lavorato sul territorio, abbiamo creato una nuova classe dirigente e ora si raccolgono i frutti». C' è una mutazione genetica nell' elettorato emiliano? «La mutazione è nel Pd. La Lega ha raccolto il voto di tanti elettori di sinistra. Siamo in mezzo alla gente, rispondiamo sui temi della sicurezza, dell' immigrazione e del lavoro, per questo cresciamo». E nel 2020 c' è Bologna. «Si può vincere, come in Regione». A primavera, il primo test. di Elisa Calessi

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