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Marco Travaglio, la valanga di insulti su Matteo Salvini: "Subito a cuccia. Sa che se torna con Berlusconi..."

Giulio Bucchi
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Su una cosa Marco Travaglio ha ragione: "La partita del Tav non è affatto finita, anzi è appena cominciata". Per il resto, l'editoriale del direttore sul Fatto quotidiano è una impressionante, livorosa tirata contro Matteo Salvini. E l'annuncio del premier Giuseppe Conte del rinvio dei bandi di gara della Torino-Lione è solo lo spunto iniziale. "È bastato che Di Maio & C. evocassero per la prima volta la crisi di governo e Salvini è subito tornato a cuccia, retrocedendo dal tonitruante nessuno stop ai bandi dell' altroieri al farò di tutto perché il Tav si faccia" di ieri". Leggi anche: "Con chi si è presentato al vertice Salvini". Fatto quotidiano, la prima pagina-vergogna Lettura singolare, perché a tutto il resto d'Italia è sembrato che il più terrorizzato dalla crisi fosse proprio Di Maio. Ma per Travaglio "l'ipotesi di nuove elezioni, che lo riporterebbero fra le grinfie putrescenti di B. (Silvio Berlusconi, ndr) e scatenerebbero il liberi tutti nell'aula del Senato nel voto sul processo Diciotti, l'ha spaventato a morte, ha scoperto il suo bluff e l'ha indotto a più miti consigli". Eccolo qua, il ghigno manettaro. L'ipotesi della vendetta grillina sul rinvio a giudizio contro Salvini non viene vista come un colpo basso, ma come legittimo argomento politico per convincere un alleato riottoso a deporre le armi. E l'orgoglio giustizialista di Travaglio si rianima: questo fatto "dimostra che si poteva votare l'autorizzazione a procedere senza danni collaterali. Perché anche il tracimante Salvini, quando incontra un argine, si ferma". In fondo, il direttore ha una certezza sul voto anticipato: Salvini "sa che il ritorno ad Arcore gli costerebbe 7-8 punti nei sondaggi, senza contare chi gli dà fiducia perché sta al governo e potrebbe revocargliela se lo rovescia". Sarebbe interessante sapere da Travaglio cosa pensa possa accadere ai 5 Stelle.

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