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Giulia Bongiorno di ferro: "Armando Siri resti al suo posto. Non è stato condannato"

Cristina Agostini
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"Armando Siri resti al suo posto". Giulia Bongiorno non usa mezzi termini sul caso del sottosegretario alle infrastrutture leghista indagato per una presunta mazzetta: "Siri è stato trattato dai media come un condannato definitivo, mentre è un indagato per fatti di corruzione che ha subito chiesto di essere ascoltato, ma ancora non ha reso interrogatorio. Da oggi secondo me dovrebbe calare il silenzio, in attesa dei chiarimenti che fornirà". Il ministro della Pubblica amministrazione, in una intervista a La Repubblica, respinge l'idea di essere stata paladina della lotta alla corruzione con Silvio Berlusconi e di aver abdicato a questo ruolo. "La corruzione - spiega - è un reato grave, e quando Berlusconi avrebbe voluto eliminare le intercettazioni per questo reato sono stata io a oppormi con fermezza e a battermi perché non si spuntassero le armi alla lotta contro la corruzione: è un dato di fatto. Ma prima di definire una persona corrotta bisogna verificare se corruzione c'è stata". Alla domanda se Matteo Salvini la vuole sindaco di Roma, la Bongiorno risponde: "Sul piano giudiziario, ribadisco: chi è indagato deve restare al suo posto. La critica a Raggi è solo politica. Io amo Roma e soffro a vederla scivolare sempre più nel degrado, ma non significa che fare il sindaco rientri fra i miei progetti. L'ho anzi escluso più volte".

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