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Otto e mezzo, Matteo Salvini gela Luigi Di Maio: "Su questo sono pronto mandare a casa il governo"

Giulio Bucchi
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"Si questo sono pronto a mandare a casa il governo". Matteo Salvini, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, lancia un messaggio chiaro e netto a Luigi Di Maio: "Io sulla droga con i Cinque Stelle sì che ci litigo, perché qualcuno vorrebbe che lo Stato diventasse spacciatore". Il ministro dell'Interno ha ribadito di volere la chiusura dei cannabis shop: "Non vendono cannabis? Certo, allora vendono margherite, o la torta pasquale di mia nonna", ha ironizzato.  Leggi anche: "Devo andare dalla Gruber ma non ho voglia". Salvini provoca e Lilli impazzisce Ovvio un commento sulla vicenda del giorno, l'allontanamento dal governo del sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri, dopo settimane di braccio di ferro tra Lega e M5s. Alla fine, Salvini ha ceduto in nome dell'interesse di Stato: "Sottosegretario in più o in meno, si va avanti, il paese va avanti, il governo va avanti. Abbiamo fatto tante cose, c'è un contratto che ci unisce". Capitolo Roma, percorsa in queste settimane dalle tensioni (anche dentro ai 5 Stelle, con la sindaca Raggi sotto accusa) sulla gestione dei rom. "Se andrò a Casal Bruciato? Sì ma più avanti, ci andrò quando c'è calma, adesso scriverebbero che vado a gettare benzina sul fuoco", ammette Salvini a proposito del quartiere al centro della rivolta contro i nomadi nelle case popolari. E a proposito di sgomberi, Salvini stupisce anche la Gruber. "Giusto sgomberare l'immobile occupato da CasaPound nel centro di Roma? Sì, ma è la prefettura ad avere un elenco" di quelli che vanno sgomberati prioritariamente. "Io condanno ogni tipo di violenza, di destra o di sinistra - ha sottolineato Salvini - da ministro dell'Interno ne ho il dovere".

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