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Forza Italia, Mariastella Gelmini: "Anche io alle primarie Forza Italia tornerà il partito delle libertà"

Maria Pezzi
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La candidatura di Mariastella Gelmini alle primarie di Forza Italia cambia le carte in tavola. Il futuro di Fi sembrava passare attraverso una sfida a due, Giovanni Toti versus Mara Carfagna. Ora in campo c' è anche la presidente dei deputati azzurri. Come è maturata questa scelta? «Non sarà una sfida a due e forse neanche soltanto a tre. Non esistono competizioni elettorali con un numero predeterminato di candidati. Per quel che mi riguarda è semplice: mi è stato chiesto da militanti, amministratori e colleghi parlamentari di rappresentarli. Non sono una che si tira indietro». Ha parlato con Silvio Berlusconi di questa sua intenzione? Cosa ne pensa lui? «Una volta presa la decisione, l' ho naturalmente informato. Forza Italia guarda da sempre all' Italia che lavora e deve tornare a essere il partito della speranza e del coraggio». Mariastella Gelmini è la colonna del partito lombardo. Regione dove tuttavia Forza Italia ha patito la concorrenza fortissima della Lega. Ha senso far partire proprio dal Nord la rimonta di Fi? «Il presidente ha preso in assoluto, proprio al Nord, più voti di Salvini. Abbiamo resistito. Adesso è il momento di avanzare. Se si ha un progetto credibile gli italiani ti ascoltano. La mia sarà una proposta nazionale. Sarebbe sbagliato dividersi in Forza Nord e Forza Sud. Noi siamo e resteremo Forza Italia». Recentemente Berlusconi ha proposto una federazione con la Lega in vista delle prossime elezioni. Ritiene sia valida l' idea di unire le forze, oppure è giusto che Forza Italia mantenga il suo ruolo autonomo differenziandosi? «Forza Italia è una cosa diversa dalla Lega. Altra cosa invece è il campo delle alleanze. Le dirò di più: se entro l' anno Salvini non stacca la spina al governo, dovremo cambiare musica e dire basta all' attesa del figliol prodigo». Lo stesso Berlusconi, all' indomani del voto europeo, ha individuato tra le cause dell' insuccesso il doppio ruolo avuto da Forza Italia in questi mesi, che è opposizione a Roma e alleata del Carroccio sul territorio. È un malinteso che continuerà a penalizzarvi? «Salvini si è intestato alcune nostre battaglie come la flat tax. Ma adesso è il momento di Forza Italia: riconnettiamoci con l' Italia che produce e che non vuole il reddito di cittadinanza. Partiamo da un tema: il lavoro che, connesso alla formazione e all' impresa, è il volano per la crescita del Paese. Senza lavoro non c' è dignità. Non c' è libertà». Ritiene plausibile un' alleanza dei sovranisti che escluda Forza Italia alle prossime elezioni? «Senza Forza Italia si escluderebbe una parte di Paese che teme la chiusura netta con l' Europa. Le imprese ci chiedono di essere tutelate dai mercati esteri, ma seguite nei nuovi mercati da conquistare. È ora di uscire dalle sigle. Mentre noi discutiamo di sovranismo la Cina avanza, l' America di Trump chiude e noi siamo qui a guardarci l' ombelico. Come possono gli imprenditori fidarsi ancora della politica?». Per approfondire leggi anche: Toti e Carfagna alla guida di Forza Italia Le candidature di Toti e Carfagna hanno una forte identità politica: con Toti vincerebbero i filo-Salvini. Con Carfagna avrebbe la meglio il partito del Sud. Qual è la cifra politica della sua candidatura? «La cifra politica della mia candidatura è la libertà. Propongo di costruire insieme un nuovo manifesto per la libertà degli italiani: liberi di scegliere la scuola e l' ospedale dove curarsi, libere di essere madri e lavoratrici. Liberi dalla paura di un futuro precario per i nostri figli e di non essere schiacciati dall' oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica. Credo in Forza Italia come partito della libertà, che mai come oggi con i 5 Stelle al governo è in pericolo». Dov' è che Forza Italia ha peccato in questi anni? Come mai è diventata meno attrattiva di Salvini (e spesso anche della Meloni) agli occhi dell' elettorato di centrodestra? «Salvini ha colto nel segno su immigrazione e sicurezza. Ma oggi il primo problema per gli italiani è la crisi economica, l' impoverimento del ceto medio: questa è la sfida per Forza Italia». Toti ha commentato la sua discesa in campo definendola una presa di consapevolezza dei problemi del partito, in passato negati. Lei cosa risponde? «Che Toti si è accorto di avere un partito solo negli ultimi giorni quando Berlusconi lo ha rimesso in campo. Meglio tardi che mai». Oggi si riunisce il board incaricato da Berlusconi di rinnovare lo statuto di Forza Italia. Toti propone di allargare il tavolo al contributo di altri. Lei cosa ne pensa? «L' importante è cominciare a lavorare e fare sintesi, coinvolgendo sindaci, presidenti di regione, amministratori, parlamentari. Abbiamo una partita importante da giocare e non possiamo restare a guardare». di Salvatore Dama

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