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Giuseppe Conte, Roberto Chieppa, suo tecnico di fiducia, va piazzato: ecco cosa gli riserva il premier

Caterina Spinelli
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Giura il governo Conte bis. Ma gli unici sorrisi sinceri sono quelli dei ministri del Pd, partito che va al governo per l' ennesima volta senza passare da una vittoria elettorale. I Cinquestelle? Sono più smorfie di dolore o paresi facciali, le loro. Nelle ore precedenti alla formazione del nuovo esecutivo si è consumato uno scontro cruento da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che ha rischiato di mandare all' aria l' accordo a un metro dal traguardo. E che ha segnato la fine di ogni rapporto tra i due. Convivranno, certo, ma sicuramente continuando a pestarsi i piedi a vicenda. ESILIO ALLA FARNESINA Dopo aver perso la partita della vice presidenza e del ministero dell' Interno, cariche che Di Maio pretendeva per sé, il capo politico grillino ha ottenuto almeno una cosa: piazzare Riccardo Fraccaro come sottosegretario alla Presidenza. Con la missione di fare il cane da guardia. Stare addosso al premier, seguirne le mosse e riferire al neo ministro degli Esteri, "esiliato" alla Farnesina. Sentita la puzza di fregatura, Conte ha provato a resistere in tutti i modi a questa marcatura a uomo, chiedendo che fosse un suo uomo di fiducia, Roberto Chieppa, attuale segretario generale della Presidenza del Consiglio, a ricoprire l' incarico finora assolto da Giancarlo Giorgetti. Ha dovuto soccombere, anche perché il Quirinale non era disponibile a tollerare altri ritardi nella formazione del nuovo governo. Però ha giurato vendetta. L' avvocato del popolo, che ha tirato fuori in queste ore un caratterino niente male, ha già studiato una contromossa per nominare Chieppa sottosegretario alla Presidenza bis, con deleghe simili o concorrenti a quelle di Fraccaro. Un mostro giuridico, in pratica, che provocherà sovrapposizioni e malintesi. Ma la guerra è guerra. Ieri, al passaggio della campanella (irrituale, visto che è stato reincaricato il premier dimissionario), Conte ha voluto al suo fianco, per la photo opportunity, proprio il segretario generale della Presidenza. E' una figura centrale nel cerchio magico contiano, al pari di Rocco Casalino. Si è guadagnato la fiducia del premier quando, totalmente inesperto, il 55enne di Volturara Appula muoveva i primi timidi passi nella macchina istituzionale, dopo aver frequentato per una vita solo studi legali e tribunali. Chieppa gli ha fatto da tutor. E ora Conte vuole valorizzarlo con un ruolo. di prestigio Ma la nomina dei sottosegretari è materia che scotta. Soprattutto tra i cinquestelle. C' è l' amarezza di chi è stato escluso, la rabbia di chi si è visto scavalcato, l' imbarazzo di chi si troverà a votare la fiducia a Dario Franceschini e Roberto Speranza. Poche le certezze: la conferma di alcuni uscenti come Laura Castelli, viceministro all' Economia, e Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali. Tra le new entry Francesco D' Uva (vice ministro alla Cultura). Ci sarà poi un' infornata di ortodossi, altro segnale del ridimensionamento di Di Maio: Marta Grande, Giuseppe Brescia, Carla Ruocco, Luca Carabetta e Giorgio Trizzino. I deputati saranno privilegiati ai senatori, perché a Palazzo Madama ci sono i cronici problemi numerici. Tra i senatori potrebbero comunque essere promossi Vincenzo Presutto e Gianluca Castaldi. I grillini eletti alla Camera Alta dovranno eleggere anche il nuovo capogruppo. RISIKO DELLE POLTRONE Il successore del neo ministro Stefano Patuanelli potrebbe essere Barbara Lezzi (esclusa dall' esecutivo) o il vice capogruppo Gianluca Perilli. Nel Pd la grande spartizione dei sottosegretari è l' occasione per recuperare un po' di trombati. Circolano i nomi di parlamentari non rieletti come Marina Sereni e Roberto Cociancich. Maurizio Martina, altro grande escluso, potrebbe diventare il presidente del partito al posto di Gentiloni, che andrà alla Commissione Ue. Poi ci sono i renziani. Che vanno legati mani e piedi al destino del governo per evitare che si mettano a fare opposizione interna. Tra i pretendenti girano i nomi di Franco Mirabelli, Simona Malpezzi, Luciano D' Alfonso, Salvatore Margiotta. di Salvatore Dama

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