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Vittorio Feltri sulla crisi italiana: "Ecco perché il nostro Paese sta morendo"

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Caterina Spinelli
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Titolo meravigliosamente stupido sul Corriere della Sera di ieri. Questo: "L' Italia è ferma, serve una svolta". Forse i colleghi illustri di via Solferino ignorano che è immobile non da una settimana bensì da venti anni venti. Non lo dico io che non so un tubetto di economia, nonostante il mio bilancio familiare sia ottimo anzi florido per il semplice motivo che spendo un euro di meno di quanto incasso mensilmente grazie al mio lavoro: lo dicono i dati ufficiali. Da due decenni i nostri conti non solo sono fermi, peggiorano ogni dodici mesi perché l' economia, boicottata da governi idioti, non cresce, e questo non sarebbe niente di grave. Per soprammercato aumenta a dismisura il debito pubblico sebbene i governi vari succedutisi nel tempo promettano la spending review, ovvero i tagli della spesa, che in realtà non è mai avvenuta neanche in minima parte poiché lorsignori sono degli imbecilli patentati e non pensano alla salute del Paese: si preoccupano esclusivamente del proprio portafogli di voti da raccattare attuando una politica clientelare. I provvedimenti varati dal potere esecutivo e da quello legislativo non sono mai mirati a migliorare la vita dei cittadini, puntano semmai a sedurre una parte dell' elettorato allo scopo di carpirne il consenso interessato. Non ci vuole molto a comprenderlo, basta osservare le porcherie promosse dalle istituzioni. La più recente ed evidente delle quali è il reddito di cittadinanza, un incentivo ai fannulloni per consolidarsi tali, una vagonata di soldi destinata perfino agli stranieri che si grattano il ventre anziché lavorare e pure ai brigatisti che non hanno ancora scontato la pena per i gravi reati commessi. Poi però ci stracciamo le vesti in quanto a Napoli chiude una fabbrica che, invece di guadagnare, perde e manda a spasso 450 dipendenti. È il libero mercato, bellezze. Il quale permette l' apertura di aziende ma anche la loro chiusura, nel caso in cui vadano male. Comanda il profitto, non il piagnisteo delle maestranze più care d' Europa. L' Italia è inospitale per gli imprenditori, in genere per i lavoratori autonomi, considerati per definizione evasori se non ladri. Non si tiene in considerazione il fatto che in Croazia e in Romania la mano d' opera costa dieci volte di meno che dalle nostre parti. Gli operai pagano troppe tasse e riscuotono stipendi miseri. Non c' è equità. Gli industriali di conseguenza non appena possono fuggono all' estero dove sono ospitati quali benefattori e, quindi, agevolati dallo Stato e soprattutto da un fisco umano. di Vittorio Feltri

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