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Luigi Di Maio, l'attacco di Lombardi: "Il capo politico è fallito, ora su Rousseau decidiamo con chi allearci"

Cristina Agostini
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E' stato un "fallimento", bisogna prenderne atto. Luigi Di Maio in primis. "Usiamo Rousseau per davvero, non come scudo dietro cui nascondersi", tuona Roberta Lombardi in un durissimo post su Facebook in cui peraltro chiede che siano gli attivisti di Emilia Romagna e Calabria a decidere se il M5s deve stringere alleanze e con chi. "E non per procrastinare la presa di coscienza dell'inevitabile, ovvero che il ruolo del capo politico singolo ha fallito e che l'unica grande riappropriazione della propria identità è lavorare come intelligenza collettiva, riconoscendola e rispettandola". Continua la grillina: "Per il rispetto profondo che nutro nei confronti degli iscritti e ben sapendo che noi eletti siamo solo dei portavoce di una comunità, mi aspetto ora che il prossimo imminente quesito su Rousseau sia dedicato ai soli cittadini emiliano-romagnoli e calabresi con una vera possibilità di scelta tra: andare al voto da soli, cercando di coinvolgere liste civiche vere; andare al voto in coalizione con il centro sinistra; andare in coalizione con il centro destra".  Leggi anche: Di Maio col sorriso stampato in faccia. Addio, è la prova che non ha capito cosa rischia Anche il senatore Nicola Morra, dai microfoni di Radio 24, attacca: "Il voto su Rousseau dimostra che l'uomo solo al comando scoppia, c'è la necessità di gestire il Movimento in maniera più collegiale e plurale", alle regionali, continua, "dobbiamo difendere la nostra identità, perché dovremmo sostenere Bonaccini? La richiesta degli attivisti è un'altra". Dalila Nesci,  deputata del M5S, ci va giù pesante: "Adesso deve cambiare la dirigenza politica, l'uomo solo al comando è un errore che altri hanno commesso e che non dovremmo ripetere, una sola persona non può gestire tutto e la riprova è il momento di difficoltà che viviamo. Abbiamo dei problemi di trasparenza e chiarezza".  

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