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Matteo Salvini, decreti sicurezza sotto attacco? Ecco il piano per richiudere i porti

Gabriele Galluccio
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Il governo riaprirà i porti con una legge che invaliderà la legge di Matteo Salvini, allora Salvini raccoglierà delle firme per proporre una legge di iniziativa popolare che li faccia chiudere di nuovo. Eccolo il «cancellare Salvini». Ed eccola la sintesi brutale di ciò che potrebbe succedere. Per intanto è ormai ufficiale che c'è un governo adibito perlopiù a disinnescare il governo precedente e, quindi, a devitalizzare le sue leggi-simbolo: sarà davvero dura, ora, negare che la ragion d'essere del Conte 2 sia esattamente questa, ossia disconoscere il Conte 1 col paradosso che sarebbe un disconoscimento anche di se stessi: il presidente del Consiglio era il medesimo (anche se non contava prima, e conta poco adesso) e il partner politico erano sempre loro, i grillini, quelli che hanno l'attenuante di non sapere mediamente quello che fanno. Comunque, in sintesi: pare proprio che il governo si ossequierà a due «organismi» (come chiamarli?) che democraticamente e istituzionalmente non hanno cittadinanza: le Ong salva-immigrati e le Sardine, questo per dire come siamo messi. Leggi anche: "Governo con Renzi? Fantasie": la secca smentita di Salvini Giuseppe Conte, che fa più tavoli dell'Ikea, ieri sera ha organizzato la millesima riunione di maggioranza (è il suo modo di mostrare che lavora) e il ministro Luciana Lamorgese presto dovrebbe cominciare a esporre le linee guida dei «nuovi» decreti sicurezza, intesi come decostruzione dell'impianto voluto dall'ex ministro dell'Interno Salvini. Ieri sera, dopo un paio d'ore di summit, pare tuttavia che non fossero ancora entrati tecnicamente nel merito: «Siamo ancora nella fase istruttoria», hanno confermano fonti di governo. Il che, tradotto, significa che non sono ancora del tutto d'accordo su quello che vogliono fare. Sappiamo che Partito democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva sono per azzerare in toto i decreti sicurezza salviniani (che sono due) mentre i 5 Stelle, invece, sono più macerati perché qualcuno rammenta che i due decreti li avevano approvati anche loro, e solo sei mesi fa. E Conte che dice? Indiscrezioni parlano di una posizione di «prudenza», cioè il solito nulla attendista. "NON PASSERANNO" Prima di raccogliere le varie ipotesi sulle eventuali modifiche dei decreti sicurezza - già raccontate in primis da Repubblica - va però registrata la reazione di Matteo Salvini, che è questa: «Se vogliono riaprire i porti e i portafogli degli italiani è una follia, e se andranno avanti noi siamo pronti a essere in tutte le piazze per raccogliere firme e bloccarli. C'è bisogno di più sicurezza in Italia, non di meno sicurezza». Poche parole, ma bastano. Tecnicamente, per presentare in Parlamento un progetto di legge (che andrebbe comunque discusso e votato) basterebbero 50mila firme da consegnare alla Corte di Cassazione insieme alla proposta. Domanda: che cosa vuole, o che cosa può fare, la maggioranza? E perché proprio ora? L'ipotesi più plausibile è che i piddini aspettassero un segnale come si è rivelato (in teoria) il voto in Emilia Romagna, anche se è vero che sinora non sono riusciti a capitalizzarlo neanche nei rapporti dei Cinque Stelle (che in Emilia Romagna si sono vaporizzati) per esempio sul tema della blocca-prescrizione. Da quanto si dice, gli ormai datati moniti del capo dello Stato Sergio Mattarella (che lo scorso anno aveva chiesto di tener conto degli obblighi costituzionali e internazionali, oltre a «quanto direttamente esposto dall'articolo 10 della Costituzione») verranno usati come ombrello per fare potenzialmente qualsiasi cosa. «Lo vuole l' Europa», si diceva un tempo, e ora lo vuole anche Mattarella. LE PROPOSTE Quindi si parla di ridimensionare sensibilmente le multe per le Ong (inutile azzardare cifre) e poi di procedere alla confisca delle navi come previsto prima del decreto Salvini: ossia solo in caso di reiterazione del reato e non quindi alla prima violazione. Poi le indiscrezioni riferiscono ogni cosa: da un ritorno a cosiddetti permessi umanitari (aboliti da Matteo Salvini) alla possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all'anagrafe e di godere di tutti i servizi legati alla residenza, tipo le prestazioni sanitarie, la possibilità di aprire conti bancari eccetera. Comunque il governo scoprirà le carte abbastanza presto, e le nuove norme potrebbero giungere in Consiglio dei ministri entro poche settimane: l'ennesimo, chiaro e inequivocabile segnale politico anti-salviniano, uno spoils system legislativo, un «fare» che consiste nel bloccare ciò che era stato fatto. Il primo problema della maggioranza, insomma, è l'esistenza dell'opposizione. E, in questa Seconda Repubblica, pare proprio che il potere logora chi ce l'ha. di Filippo Facci

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