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Legge elettorale, rinvio in Commissione aspettando il verdetto sul Porcellum

Domani la Consulta dirà la sua sulla legge elettorale. Con una bocciatura i dem rischiano il posto. Può cambiare tutto...

Ignazio Stagno
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Si prospettano tempi più lunghi per la decisione della Consulta sulla legge elettorale. Decisione che, da quanto emerge al termine dell'udienza che si è chiusa poco fa, potrebbero non arrivare tra oggi e domani ma slittare al 2014. La Corte Costituzionale deve pronunciarsi sulla legittimità della legge elttorale, il Porcellum. Un passaggio quello della Consulta che agita le acque del governo e quelle della maggioranza. Una decisione negativa da parte della Corte potrebbe ribaltare i giochi in Parlamento e diversi onorevoli, soprattutto alla Camera sarebbero costretti a lasciare lo scranno. Così nell attesa della decisione della Consulta è stata rinviata la riunione della commissione che doveva trovare un'intesa per una nuova legge elettorale. Tutti i lavori riprenderanno dopo l'8 dicembre, data delle primarie del Pd. Così mentre gli ermellini preparano la sentenza sul Porcellum si archivia con un altro nulla di fatto su un argomento centrale nella mission riformatrice del governo Letta: la legge elettorale. Un ennesimo buco nell'acqua che porta i renziani a rilanciare la loro richiesta che la discussione passi alla Camera. "E' ormai chiaro che il tentativo di avviare la riforma elettorale dal Senato, come ripetutamente preannunciato nei mesi scorsi, ha fatto flop. Siamo all'ennesimo rinvio. Ora passi subito alla Camera, non c'è più tempo da perdere", dicono in una nota i deputati renziani Michele Anzaldi, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno. Ma in realtà lo stop alla discussione è legato alle decisioni della Consulta. Gli scenari possibili con un parere negativo della Corte Costituzionale sono tanti.  Gli scenari - Se la Consulta a gennanio dovesse bocciare il “Porcellum” in riferimento alla mancanza della soglia minima per il premio di maggioranza, automaticamente deputati e senatori eletti decadrebbero – se non ancora convalidati dalle rispettive Camere – e dovrebbero essere rimpiazzati da quanti sono stati esclusi. I calcoli consentono di ritenere che i deputati di sinistra “abusivi” sarebbero 148 (da 340 scivolerebbero a 192). Il centrodestra avrebbe in tutto solo due onorevoli in meno del centrosinistra, situandosi a 190 e guadagnandone dunque 66 rispetto agli attuali 124. Poi ci sarebbero altri scenari. Con un responso negativo della Consulta ecco che arriverebbe l'annullamento puro e semplice della disciplina del premio; oppure l' 'annullamento dell'intera legge; o addirittura l'annullamento dell'intera legge elettorale, ma assumendo come conseguenza la reviviscenza del precedente, cioè “Mattarellum”. Se la Consulta dovesse dire "no" al porcellum il terremoto è certo. Inoltre se la Corte dovesse bocciare il Porcellum la sentenza avrebbe effetto retroattivo e quindi di fatto le elezioni dello scorso febbraio potrebbero anche essere invalidate con un relativo scioglimento delle Camere. Questa è l'ipotesi più remota. Ma comunque possibile.  .

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