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Pietro Senaldi e il disastro Azzolina: la ministra vuole la scuola chiusa, festeggiano solo alcuni prof

Pietro Senaldi
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Gli studenti italiani sono al ventesimo posto quanto a preparazione nella classifica dei Paesi dell' Unione Europea. Siamo dietro a ungheresi, slovacchi e lituani. Secondo l' ultimo studio Ocse i ragazzi hanno difficoltà di lettura e uno su quattro non ha alcuna cognizione scientifica, tantomeno matematica. Negli ultimi quindici anni la situazione è precipitata. Chi si diploma oggi ha il 30 per cento di conoscenze e abilità in meno rispetto a chi ha terminato il ciclo di studi nei primi anni 2000. Più si va a Sud, più la situazione peggiora. La ministra dell' Istruzione Lucia Azzolina è di Siracusa, la provincia più a Sud d' Italia, ma stando all' intervista che ha rilasciato ieri sul prosieguo dell' anno scolastico, evidentemente se ne sbatte del futuro professionale dei suoi conterranei, e di tutti gli italiani di un paio di generazioni più giovani rispetto a lei.
Da un mese nessuno va in classe e, come possono, le scuole si stanno organizzando per fare lezioni via internet. Molti professori non le fanno, quasi nessuno interroga e per gli allievi delle elementari esse sono pressoché inefficaci. Ovviamente l' orario è ridotto di due terzi, come se un' ora al computer ne valesse tre a scuola.
La parola d' ordine del momento però è che andrà tutto bene, perciò la Azzolina ha dichiarato che su internet si impara, e si studia, più che sui banchi e che, anche se a giugno si saranno perse 75milioni di ore di lezione, l' anno finirà senza neppure un giorno di ritardo, «perché altrimenti darei il messaggio a professori e studenti che stanno lavorando invano». Sono frasi di circostanza per avallare una situazione che fa comodo alla ministra ma umilia la scuola e inquieta i genitori. A far festa sono solo i pochi professori che non hanno voglia di lavorare e gli studenti, ai quali non si può tuttavia chiedere di essere migliori di chi li governa.

Il confronto - D' estate in Italia, unico caso in Europa e in Occidente, la scuola si ferma per tre mesi.
Ci sarebbe tutto il tempo di recuperare qualche settimana perduta allungando l' anno fino ai primi di luglio. Se facesse una scelta del genere la ministra, così attenta ai messaggi che dà, certo si complicherebbe la vita con i sindacati e qualche rompiscatole, da noi non mancano, ma darebbe un insegnamento sull' importanza della scuola e di prepararsi che gli studenti si ricorderebbero per la vita e dimostrerebbe ai genitori che il governo non se ne sbatte dell' istruzione dei loro figli. Invece, nascondendo la polvere sotto il tappeto, illude i ragazzi facendogli credere che possono diventare bravi anche se non vanno a scuola, basta che poi recuperino su internet. E l' insegnamento che vale quest' anno che c' è la quarantena, i nostri giovani, se fossero somari quanto chi regge l' istruzione, potrebbero farlo valere anche per il prossimo, quando l' alternativa ai banchi sarà andare al parco.


Con il suo «va tutto bene», «allievi e professori si stanno impegnando», «non do sei politici», «ma certo gli studenti sono preparati e agli esami verranno valutati in base a ciò che sanno» - ha detto proprio così -, la Azzolina invece ha dato solo una triste conferma: che in Italia la scuola è all' ultimo posto, conta molto meno del calcio, che infatti andrà avanti fino in piena estate, quando si saranno recuperate tutte le partite perse. Vuoi mettere un gol con una lezione?
La Azzolina è di M5S, e forse teme che chi studia poi cerchi un lavoro e non un reddito di cittadinanza e, forse, non scambi lei per un ministro, Di Maio per un leader, Di Battista per un politico e Conte per un premier.

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