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Luca Zaia smaschera il governo: "Fase 2, cosa significa davvero". E cannoneggia: "Non permettetevi di dire che in Veneto si pensa al Dio denaro"

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Lezioni firmate Luca Zaia, ancora una volta. Intervistato dal Corriere della Sera, il governatore del Veneto riconosciuto da tutta Italia come il migliore nella gestione dell'emergenza coronavirus, risponde alle polemiche e spiega come stanno le cose. In primis sottolinea che "la Fase 2 dell'epidemia è quella della convivenza, più che della ripartenza. Tenendo fisso in mente che, prima di tutto, viene la salute dei cittadini". Insomma, Zaia non vuole passare per quello che vuole riparire tutto e subito, senza attenzioni e precauzioni, così come alcuni lo vogliono far passare. Dunque spiega nel dettaglio cosa significa convivere col Covid: "Noi siamo pronti, rispettosi del gioco di squadra e certamente non cerchiamo prove muscolari. Diciamo però che bisogna decidere. E bisogna farlo sui dati che ci sono, i nostri e quelli dei paesi che hanno superato l'epidemia come la Cina e la Corea".

 

E ancora, per spiegare la sua linea, Zaia snocciola cifre dal grande peso specifico. "Lo dico con un dato: tra i 55 mila tamponi che abbiamo, 10 mila sono stati fatti tra la gente al fronte: i medici e il personale sanitario. Si è infettato soltanto l' 1,3% di queste persone. Significa che con le opportune protezioni, abbiamo un abbattimento dell' infezione gigantesco, anche in chi è in prima linea. E poi, le regole devono essere poche, ma chiarissime. Con sanzioni: per chi esce senza mascherina non c'è un buffetto, ma una sanzione tipo quella del superamento di oltre 40 km del limite di velocità. Infine, dobbiamo essere duri e crudi: e dire chiaramente che dietro l' angolo, senza senso di responsabilità, c'è la morte per il ritorno dell' infezione".

 

Infine, Zaia passa al contrattacco. Quando si parla del tema dell'autonomia sanitaria, replica colpo su colpo: "Unica cosa, nessuno si permetta di dire che noi veneti pensiamo soltanto al dio denaro. Non lo dico per i 54 milioni di contributi che ci sono arrivati da imprenditori, cittadini e anche da bambini che hanno rotto il salvadanaio. Il fatto è che noi abbiamo un tessuto economico e una forma mentis che è la nostra, e non è questione di denaro. E se non l'avessimo, non avremmo neanche questa sanità", conclude il governatore.

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