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Giuseppe Conte, affondo di Renato Brunetta: "Modello assistenziale sovietico per guadagnare consenso"

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Di investimenti per far ripartire il Paese, nei provvedimenti decisi da Giuseppe Conte contro l'emergenza coronavirus, non c'è quasi traccia. Per il 90 per cento si tratta di misure di carattere assistenziale, che prendono spunto dalle idee di chi lo ha portato a Palazzo Chigi, il Movimento 5 Stelle. Un pensiero, questo, che trova il suo sostegno in Renato Brunetta: "Nessun risarcimento per le imprese - si sfoga in un retroscena captato da Augusto Minzolini sul Giornale - salvaguardano solo gli interessi del lavoro dipendente, diretto e indiretto, del blocco sociale che sta dietro al reddito di cittadinanza, di emergenza. Si impone un modello assistenziale, tipo Unione Sovietica, per trasformare quel blocco sociale in un blocco politico che punta a condizionare la nostra democrazia. Il punto debole di questa operazione è che quando si saranno mangiati tutto, arriverà la troika". In poche parole, il deputato di Forza Italia denuncia uno "schema" in grado di far saltare l'intero "sistema". Per giunta, uno "schema sovietico".

 

 

A essere preoccupata non c'è più solo l'opposizione. Anche Matteo Renzi, che in questi giorni si è fatto riconoscere per i numerosi ultimatum all'esecutivo, nutre qualche timore. "La situazione è complicatissima - è il ragionamento che l'ex premier fa spesso ai suoi - e con la politica di questo governo il rischio di una sovietizzazione dell'economia, o più semplicemente, l'approdo ad un'economia assistenziale, c'è, eccome! Soprattutto, c'è il pericolo che il Paese dopo il virus, contragga una sindrome di depressione collettiva che potrebbe esplodere tra giugno e settembre". Oltre a Renzi, ben noto per i suoi voltafaccia, c'è però anche Romano Prodi, fermo piddino che non può negare qualche ripensamento nei confronti del presidente del Consiglio. Proprio lui ha più volte messo in guardia i giallo-rossi sul post-emergenza. Futuro che ora più che mai sembra buio. 
 

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