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Repubblica schiera Sergio Rizzo contro Giuseppe Conte: "Delirio legislativo con richiami al 1910"

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Una norma del 2009 prevede la “chiara comprensione” delle disposizioni legislative, ma è rimasta del tutto inapplicata. Anche da parte di questo governo, alla faccia di Giuseppe Conte che parla di semplificare la burocrazia. Aspirazione legittima ma che per ora è rimasta tale: tra il decreto Cura Italia e quello Liquidità sono presenti 662 rimandi, e ancora non sono stati contati quelli presenti nel Rilancio. A far luce sulla vicenda è Sergio Rizzo su Repubblica che, da quando è passata in mano a Maurizio Molinari, non risparmia critiche severe ma giuste al governo Conte.

 

 

Rizzo cita un esempio clamoroso, tratto dal Cura Italia, articolo 68, comma 2: “Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche agli atti di cui all'articolo 9, commi da 3-bis a 3-sexies, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, e alle ingiunzioni di cui al regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, emesse dagli enti territoriali, nonché agli atti di cui all'articolo 1, comma 792, della legge 27 dicembre 2019, n. 160”. Se non avete capito nulla, è assolutamente normale: l’importante è notare che c’è un rimando addirittura a un regio decreto del 1910, ovvero 110 anni fa, ma anche uno al 1931 e un altro al 1942.

 

 

Ma com’è possibile se c’è una legge del 2009 che prevede la “chiara comprensione”? La spiegazione di Rizzo è la seguente: “A leggere queste norme così astruse viene in mente che chi le ha materialmente scritte, e fa parte del governo che paradossalmente ne dovrebbe garantire la comprensibilità, sa magari tutto dei decreti regi del 1910 ma forse non conosce le leggi sulla chiarezza delle leggi. Oppure le conosce ma semplicemente non ritiene di doverle rispettarle. Tanto non ci sono sanzioni, cosa volete che accada? Ignorando che non è un problema di forma - conclude la firma di Repubblica - ma meno banalmente di democrazia”.  Un articolo appassionante. Un attacco a tutto tondo a Conte e al governo: già, a Repubblica la musica è decisamente cambiata.

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