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Alessandro Di Battista, la sua sconfitta alle regionali: voto disgiunto, i grillini stanno con Travaglio. Addio al partito?

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Pareggio alle regionali: finisce 3-3. La sinistra tiene sia la Toscana sia la Puglia. Due regioni dove stando ai primi dati sembra avere avuto un grosso peso specifico il voto disgiunto. Quel voto disgiunto invocato da Marco Travaglio dalle colonne del Fatto Quotidiano. Un appello all'elettorato grillino, quello di scegliere la lista Pd pur di blindare Giuseppe Conte (che in caso di vittoria del centrodestra nelle due regioni avrebbe avuto parecchi problemi a legittimare ulteriormente la sua presenza a Palazzo Chigi).

 

E Alessandro Di Battista poco prima del voto, direttamente dalla Puglia, criticò in modo aspro quell'appello di Travaglio: "Il seggio elettorale non è un cesso chimico", aveva tuonato il grillino urlatore seriale. Dunque la replica del direttore del Fatto, un infuocato editoriale sul Fatto in cui scriveva che Dibba gli faceva "tristezza" e che lo stesso Dibba, di politica, non capiva nulla. Seguiva controreplica del Che Guevara di Roma Nord: "Travaglio invita i pugliesi a votare Emiliano. Io no". 

 

Bene. Ora, a urne chiuse, si può affermare senza margini di incertezza che il popolino grillino ha scelto Travaglio. E non Di Battista. Quel Dibba che secondo molteplici retroscena di stampa, confermati nei fatti dalle sue ultime mosse politiche, ambisce al vertice M5s. E insomma, questa tornata ci ha consegnato almeno un ottimo risultato: la cancellazione di Di Battista dagli orizzonti della politica italiana. Fatto fuori anche dai grillini. Potrà ora restare nel M5s?

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