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Recovery Plan, salta il CdM. Il retroscena: perché la maggioranza attende il voto sul Mes

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Il consiglio dei ministri sul Recovery Plan è stato rinviato a dopo il voto sulla riforma del Mes, il fondo europeo salva-Stati. Prima il rinvio del vertice ad oggi, causa la positività al Covid del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, che doveva decidere la norma della governance, poi il pre-consiglio dei ministri, svolto nella notte scorsa, che non aveva trovato la quadra per il no di Italia viva contraria alla cabina di regia voluta dal premier che, di fatto, esclude i renziani. Infatti, secondo lo schema iniziale di Conte, nella cabina ci dovevano essere lo stesso premier, il ministri dell’Economia Roberto Gualtieri (Pd) e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (5 Stelle). Una contrarietà ribadita, ancora oggi, da Matteo Renzi in  una intervista al Tg2: "Rottura? temo di sì".

Per Italia Viva, scrive il Corriere della Sera, la norma darebbe troppo potere a Giuseppe Conte che sceglierebbe anche i 6 manager per guidare la tecnostruttura per costruire il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il premier ha così capito che l'aria per la maggioranza non era delle migliori, visto anche la situazione precaria per quanto riguarda il voto di Camera e Senato domani sul Mes e ha deciso di aspettare prima di trovare un accordo con la maggioranza sul Recovery Plan.  E visto il momento politico acceso, probabilmente, si aspetterà a riconvocare il Consiglio dei Ministri anche il consiglio europeo di giovedì e venerdì, che dovrà ratificare la stessa riforma del fondo salva-Stati e risolvere la questione del veto di Polonia e Ungheria sul bilancio europeo, che rischia di mettere i bastoni tra le ruote al Next generation Eu, il piano europeo da cui dovrebbero arrivare i 209 miliardi all'Italia.

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