Giuseppe Conte, "tornano i due vicepremier": fuori i nomi, premier costretto a cedere pure sui servizi segreti?

martedì 22 dicembre 2020
Giuseppe Conte e Matteo Renzi

Giuseppe Conte e Matteo Renzi

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Dalla bozza del Recovery Fund è scomparsa la governance osteggiata da Italia Viva, segno che Giuseppe Conte ha iniziato a sottomettersi ai renziani pur di non perdere il posto a Palazzo Chigi. Ma secondo l’edizione odierna di Repubblica è presto per parlare di crisi sventata perché per Iv - ma anche per Pd e M5s - serve “altro” per tenere in piedi il governo anche nel 2021. E quindi oltre alla distribuzione dei miliardi europei potrebbe essere necessaria anche quella delle poltrone, arrivando così di fatto a un Conte ter: addirittura Repubblica parla della possibilità di inserire nuovamente due vicepremier da affiancare a “Giuseppi”, in modo da abbandonare definitivamente il modello dell’uomo solo al comando che evidentemente è naufragato in questa seconda ondata.

Ovviamente Luigi Di Maio sarebbe pronto a riprendersi il suo ruolo, mentre per il Pd potrebbe farsi avanti uno tra Dario Franceschini (principale sponsor di questo governo) e Andrea Orlando (definito il vero uomo forte dei dem). Secondo Repubblica tutto dipenderà da cosa Matteo Renzi deciderà di fare: lui dice di non essere interessato a un posto da ministro, eppure continuano a rincorrersi voci che lo vorrebbero agli Interni al posto di Luciana Lamorgese oppure alla Difesa al posto di Lorenzo Guerini. Senza dimenticare quella che Repubblica definisce la partita più delicata, legata ai servizi segreti: tutti all’interno della maggioranza vorrebbero che il premier lasciasse la deroga ai servizi segreti. Insomma, riassumendo Conte per garantirsi la sopravvivenza politica potrebbe essere costretto ad accettare di essere affiancato da due vice e pure di passare il testimone sui servizi. 

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