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Giuseppe Conte "non ha neanche convocato il Cdm sul Recovery Plan". Il segnale della crisi imminente?

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Il governo è talmente bloccato dai venti di crisi che Giuseppe Conte non ha nemmeno convocato il Consiglio dei ministri che dovrebbe esaminare il Recovery Plan. Vale a dire, il nodo dei nodi intorno a cui vertono scenari e polemiche. Oggi il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri consegnerà al premier la "sintesi tecnica" del Mef, il documento a cui i ministri e i partiti dovranno dare una veste politica.

 

 

 

Su quel documento Matteo Renzi e Italia Viva hanno chiesto di inserire cospicue modifiche entro il 7 gennaio, altrimenti le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti rassegneranno le proprie dimissioni aprendo ufficialmente la crisi. Il governo è agonizzante, Luigi Di Maio parla a nome del M5s e auspica che nessuno faccia colpi di testa, perché visti i tempi con una crisi l'Italia non riuscirebbe a mettere a punto il piano per il Recovery (rieccolo) mettendo dunque a rischio addirittura l'arrivo dei fondi europei. Un cataclisma economico, prima ancora che politico. Anche se è proprio l'attendismo di Conte, che ha passato due settimane senza muovere un dito sulla questione, a far sospettare che in fondo il premier usi l'argomento Recovery, decisivo, proprio come spauracchio per scongiurare la crisi. 

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