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Mara Carfagna contro il reddito di cittadinanza: "Ha dei limiti enormi, lo ha ammesso anche Di Maio"

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Mara Carfagna non perde tempo a chiarire la direzione che intende imprimere al suo ministero per il Sud. A partire dal reddito di cittadinanza varato dal M5s, e del quale proprio il Sud ha usufruito in misura preponderante. In una intervista al Corriere della Sera, la neo ministra del governo di Mario Draghi spiega come sia un dovere "passare da un Sud assistito ad uno in cui ci siano le condizioni per liberare e valorizzare le migliori energie, per produrre, assumere e creare lavoro".

 

In tutto questo, dice, "oggi uno strumento di sostegno universale al reddito va mantenuto, è previsto in tutti i Paesi, tanto più in tempi di crisi pandemica". Ma avverte che "il reddito di cittadinanza ha limiti enormi, perché, come ha ammesso anche Luigi Di Maio, mette assieme sostegno alla povertà e sostegno alle politiche del lavoro, che sono cose tra loro diverse". In pratica ciascuna delle due funzioni, nell'opinione della Carfagna, sottrarrebbe risorse all'altra, penalizzando di fatto il sostegno alle politiche del lavoro, tanto che la ministra chiarisce che "una correzione sarà obbligata".

Quanto ai margini di manovra e di autonomia del suo ministero, che è uno di quelli 'senza portafoglio', l’azzurra si dice tutt'altro che preoccupata, "perché - dice al Corsera - la realtà è molto diversa. Dei 209 miliardi di euro destinati all'Italia (dal Recovery Fund, ndr), una parte considerevole andrà al Mezzogiorno per lo sviluppo delle Infrastrutture, la digitalizzazione, la sanità, la transizione ecologica. In più - aggiunge l'ex vicepresidente della Camera dei Deputati - avremo a disposizione i fondi europei per il settennato che va dal 2021 al 2027, oltre al fondo nazionale di sviluppo e coesione".

 

Secondo i calcoli della ministra azzurra, tutto questo si tradurrà in un 'budget' di "circa 150 miliardi" ai quali si dovranno aggiungere quelli del piano di ripresa e resilienza. Il lavoro da fare - conclude - è individuare i giusti progetti su cui investire. Mi rendo conto che abbiamo poco tempo a disposizione, ma abbiamo il dovere come governo e come ministero di impostare il lavoro".

 

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