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Mario Draghi, retroscena sull'incontro a Palazzo Chigi: "Lo dica al Pd", alta tensione con la Lega

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Mario Draghi ha incontrato la Lega. Il premier ha avviato una serie di faccia a faccia con tutti i gruppi parlamentari per discutere del tanto controverso Recovery plan: un programma da 191 miliardi da inviare a Bruxelles entro il 30 ottobre. Ma sullo sfondo dei vertici c'è l'"unità nazionale". Il governo guidato dall'ex banchiere vede al suo interno partiti opposti, tra questi il Pd e il Carroccio, da tempo alle prese con continui battibecchi. E proprio per questo il presidente del Consiglio ha richiamato all'ordine tutte le forse politiche affinché - è il retroscena fatto filtrare dall'Adnkronos - si "evitino le critiche, le polemiche e i dispetti tra le forze politiche che fanno parte della maggioranza". Un auspicio che il partito di Matteo Salvini (il leader della Lega era assente all'incontro) ha rimandato al mittente: "Gli attacchi. Gli insulti. E le provocazioni quotidiane di segretario, ministri e dirigenti del Pd".

 

 

Sempre secondo l'Adnkronos nel faccia a faccia non sarebbe mai stato toccato l'argomento "Roberto Speranza", ormai sulla bocca di tutti. "Non abbiamo chiesto la sua testa", ha tagliato corto all’uscita di Palazzo Chigi, Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, salvo poi aggiungere: "Sul Recovery riteniamo che la delega al governo non sia in bianco. Capiamo che i tempi siano stretti. Ma vogliamo dare indicazioni, anche sulle proposte raccolte dalle Regioni". I leghisti hanno già presentato a Draghi il loro piano: "I soldi del decreto imprese saranno 40 miliardi da destinare con un criterio nuovo. Abbiamo proposto di andare a risarcire non sulla base del fatturato, ma sul mancato introito".

 

 

Altro pallino fisso dei leghisti le riaperture. Il loro leader ha più volte ribadito la necessità di riaprire le attività gradualmente e in totale sicurezza. E non intende rinunciarci. "La lega ha chiesto di allentare le restrizioni. Perché in questo modo si allenterebbero le tensioni sociali che abbiamo visto cominciare a esplodere - gli ha fatto eco il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo -. Quando le restrizioni durano a lungo, la gente rischia poi di ignorarle".

 

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