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Beppe Grillo, Ciro e le "rassicurazioni politiche" sull'inchiesta. Dagospia, un sospetto pesantissimo: "Da quando Bonafede ha lasciato"

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"Beppe Grillo sarà pure un tipo esagerato ma non è un pazzo". Roberto D'Agostino, fondatore e direttore di Dagospia, dà la sua esplosiva lettura dei fatti sul caso del video del comico e leader morale del Movimento 5 Stelle e il suo discusso video in difesa del figlio Ciro. Il ragazzo, come noto, è indagato per violenza sessuale di gruppo ai danni di una 19enne: i fatti risalirebbero al luglio 2019, quando la comitiva era in vacanza in Sardegna e aveva concluso la serata in discoteca al Billionaire nella villa di Grillo a Porto Cervo.

 

 


 

Grillo Senior per molti mesi ha evitato qualsiasi commento o riferimento alla delicatissima inchiesta, un riserbo venuto improvvisamente meno qualche giorno fa, con un violentissimo video pubblicato sui social in cui negando con forza l'ipotesi di stupro, parlava dei filmati girati nella stanza da letto 2 anni fa sminuendo il comportamento del figlio Ciro e dei suoi amici ("Sono cog***i, non stupratori, saltellavano col pis***o di fuori") e instillando dubbi sulla denuncia a scoppio ritardato della ragazza. Uno sfogo che gli ha attirato addosso critiche di ogni tipo, e c'è addirittura chi prevede la sua fine politica a causa di quel video. "Come mai dopo 2 anni gli è scoppiato un embolo?", domanda malizioso Mister Dagospia. "Forse non si aspettava un rinvio a giudizio?", chiede ancora Dago. Le indiscrezioni delle ultime ore si dividono: c'è chi ipotizza un rinvio a giudizio imminente per Ciro e i suoi amici e chi invece sostiene che la Procura di Tempio Pausania chiederà altro tempo per raccogliere ulteriori prove.

 

 

 

 

Ma il mirino di D'Agostino è tutto politico: forse Grillo Senior "aveva ricevuto assicurazioni in proposito?", prosegue velenosissimo, prima di fare nomi pesanti. "O magari qualcosa è cambiato con l'uscita del grillino Alfonso Bonafede da via Arenula (ex ministro della Giustizia con il governo gialloverde Conte 1 e giallorosso Conte 2, ndr)  e l'arrivo della Marta Cartabia (attuale minista nel governo Draghi, ndr). Ah, saperlo...".

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