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Matteo Salvini, il vero piano sul partito unico: solo nel 2023. La risposta a Berlusconi: "Non basta un quarto d'ora"

 Matteo Salvini

Salvatore Dama
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La federazione di centrodestra? «Io voglio ancora farla. Non è un giochino parlamentare, non mi interessa il rapporto tra senatori o ministeri. Mi interessa unire». Matteo Salvini parla in serata ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta. «Alla Camera il centrodestra che mantiene il governo è diviso in sei gruppi, non è meglio mettere insieme le energie migliori? Io sono disposto a ragionare su un capogruppo unico, su capigruppo divisi». E aggiunge: «Non mi interessano le alchimie, penso ad avere una voce unica in Parlamento figlia di una discussione. Secondo me sarebbe una semplificazione per gli italiani e per il presidente Draghi. Spero che il mio appello raccolto». Salvini si irrigidisce quando gli viene detto che la federazione sia una mossa per evitare il superamento di Fratelli d'Italia nei sondaggi: «Non ho ansie di sorpasso degli altri. Il Parlamento nei prossimi mesi affronta la riforma del fisco, della Pubblica amministrazione, della Giustizia e degli appalti. Siccome il M5S è nel caos e il Pd è diviso in 16 correnti, io vorrei che il centrodestra fosse unito. Vorrei che fosse una forza seria e stabile». Poi, conclude, «mi possono dire, "no Salvini, ognuno per suo conto, ci dispiace"».

 

 

Il leader della Lega, poi, chiarisce il ruolo del leader di Forza Italia nell'operazione: «Berlusconi mi ha proposto il partito unico. Io gli ho detto: "Silvio, il partito unico non lo fai in un quarto d'ora". Inizierei da una collaborazione parlamentare. Certo, mi piacerebbe che alle elezioni del 2023 ci fosse una forza unica». Insomma, Salvini accelera sui tempi: la federazione di centrodestra «se si vuole fare per me prima si fa meglio è». Quale sarà il ruolo di Berlusconi? «Racconto Fondamen», precisa il Capitano. Oggi è previsto il vertice dei leader del centrodestra sulle comunali. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani proveranno a chiudere le partite soprattutto di Roma e Milano. «Il mio desiderio sarebbe comporre delle squadre. Se su Roma e su Milano ci sono due -quattro persone che si sono messe a disposizione, qualcuno magari può fare il sindaco, qualcuno l'assessore al Bilancio, l'assessore alla Cultura, vorrei delle squadre». La Lega è il primo partito italiano, «ma non per questo mi pongo al tavolo dicendo "decido io". Scegliamo i candidati sindaci migliori. Non puntiamo bandierine».

 

 

Quanto al governo, il leader leghista ha molte certezze: «Io sono una persona concreta e Draghi mi sembra una persona estremamente concreta, oltre che autorevole. Siamo d'accordo al 99%. Ultrà di Draghi? Io sono un ultrà dell'Italia». Con il presidente del Consiglio non abbiamo parlato di gruppi, fusioni, federazioni, ma delle riforme che arrivano in Parlamento nelle settimane successive. Draghi al Quirinale? «La scelta spetterà solo a lui. Io lo stimo da presidente del Consiglio, lo stimerei da presidente della Repubblica». Salvini ieri ha anche incontrato i rappresentanti della categoria dell'intrattenimento. La richiesta del settore, sostenuto dal leader della Lega, è di riaprire il primo luglio, quando non ci sarà più il coprifuoco nazionale.

 

 

Sempre ieri la Lega ha presentato le proprie proposte di riforma fiscale. Dovuto in particolare. Che ampliare l'euro con la cosiddetta "mini flat tax" con un 20% per gli autonomi con redditi fino a 100mila e l' introduzione di una flat tax incrementale, al 15, da applicare alla parte aggiuntiva di reddito prodotto rispetto all'anno precedente. Oggi il Copasir dovrebbe avere il nuovo presidente. Adolfo Urso, senatore di Fratelli d'Italia e unico membro dell'opposizione tra i dieci componenti dell'organismo bicamerale di controllo dei servizi, raccogliere, a meno di sorprese dell'ultima ora, i voti per diventare il nuovo numero uno del Comitato. Scontata la non partecipazione al voto dei due leghisti, l'ex presidente Raffaele Volpi e Paolo Arrigoni. «Dal Copasir ci siamo dimessi perché l'organismo non è legittimamente composto, come prevede, continuiamo a tenere la legge nostre dimissioni», ha spiegato Salvini. «Quando la Lega dà ledi missioni, a differenza di altri, le dà e le mantiene», ha ribadito il leader leghista, chiarendo che Volpi e Arrigoni non ritireranno le dimissioni.

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