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Rai, Ignazio La Russa: "Non si può fingere che non sia successo nulla. Forse, le poltrone..."

Antonio Rapisarda
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Mentre Matteo Salvini parlava di «bella giornata di unione», presentando la candidatura di Luca Bernardo, Ignazio La Russa era impegnato in uno scambio vivace, diciamo così, con l'azzurra Licia Ronzulli. Un segnale che testimonia un clima nel centrodestra a dir poco incandescente: «Ma la cosa non nasce da noi...».

Senatore, alla fine avete chiarito con la Ronzulli?

«Non ho litigato con la Ronzulli. Semplicemente le ho detto (ma lei non capiva e allora gliel'ho dovuto ripetere in maniera sgarbata, questo mi dispiace) che preferivamoche la sedia in prima fila - l'unica riservata a FdI - restasse libera. Perché era il posto riservato a Giorgia».

Un'assenza che si è fatta sentire. Come si interpreta?

«Aveva anche motivi logistici. Ma sicuramente il clima che si è creato in questi giorni le ha consigliato di evitare. Avrà forse pensato che la sua presenza potesse essere un motivo di tensione più che di calma. E non ha mai voluto esasperare i toni».

Spieghiamo il perché della sua "difesa" di quella sedia.

«Volevamo restasse simbolicamente vuota. Ma non era una questione di sedia e basta».

In che senso?

«A volte mi viene il sospetto che quando si tratta di poltrone da occupare ci sia una gara spasmodica: non ne vogliono lasciare neanche una libera! Come quella riservata alla Meloni».

 

 

 

 

Una metafora, per voi, di ciò che sta avvenendo in questi giorni nel centrodestra con il nodo delle nomine Rai e prima con il Copasir?

«Veda lei... Quello che è successo non è che ci fa cambiare idea sulla necessità che il centrodestra sia unito e coeso. Sarebbe una bugia, però, dire che non è successo niente: all'interno della tv pubblica non è mai accaduto che l'opposizione fosse assente. Persino il Msi aveva un rappresentante. Immagini se un Pd all'opposizione fosse rimasto escluso al Cda Rai...».

Appunto. Pure la sinistra...

«Questa cosa è responsabilità anche della sinistra, la stessa che protesta contro Orbán perché ha fatto una legge in cui in tv non ci sono rappresentanti dell'opposizione. Ma almeno lì c'è una legge! Qui invece surrettiziamente - non solo per colpa della sinistra ma anche, per noi ancora più grave, del centrodestra - non è che non è stata data, è stata cancellata la presenza di un esponente di FdI, unica opposizione, nel Cda Rai. Figura che avevamo avuto quando eravamo al 4%. Non è una vicenda di posti: anche perché, quanto a poltrone, Lega e Fi non si possono lamentare».

 

 

Contesta qualcosa in particolare?

«Hanno le poltrone di ministri, di viceministri, di presidenti di Commissione, anche quelle che spettano all'opposizione: come la Vigilanza Rai, attualmente in mano a Forza Italia. Ma noi non abbiamo mai protestato. Come vede, non è un problema del posto nel Cda. A nostro avviso questo tentativo di cancellare le voci che non sono uniformi alla maggioranza non può vedere complice il centrodestra. Tutto qui».

A chi giova questa tensione?

«Sicuramente a chi si illude che un governo multicolore, senza elezioni, sia ripetibile. Noi vogliamo che scelga il popolo, sperando che scelga il centrodestra. Se poi qualcuno, anche inconsciamente, lavora perché il centrodestra non sia coeso abbia il coraggio di dirlo. Sappia però che il 99% degli elettori del centrodestra ci vuole uniti».

E a voi devono qualcosa?

«Devono dimostrare con i fatti che tengono veramente all'unità. Perché delle parole "son piene le fosse...».

 

 

 

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