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Sergio Mattarella e il bis al Colle? Alessandro Sallusti: "Come Macbeth, perché rischia di fare una brutta fine"

Alessandro Sallusti
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La crème della borghesia italiana, convenuta ieri alla prima della Scala ha votato: il prossimo Presidente della Repubblica deve essere Sergio Mattarella. Al suo ingresso nel palco reale del teatro dei teatri, Mattarella è stato accolto da un lunghissimo applauso sfociato poi in un coro "bis, bis, bis", dove la richiesta di replicare non era per l'opera - il Macbeth di Verdi - che ancora doveva iniziare bensì per il settennato presidenziale che sta per finire.

 

Per una volta il sentire dell'élite non appare poi così lontano da quello del popolo che su Mattarella ha mediamente un giudizio altrettanto positivo. Ma anche se è vero che la politica italiana, soprattutto negli ultimi anni, assomiglia molto a una operetta, il parlamento non è un teatro e la democrazia ha un copione che non può essere stravolto più di tanto. Sette anni, dice la Costituzione, e salvo comprovate emergenze sette deve durare il mandato. Difficile sostenere che se la sinistra non ha in questo giro i voti per eleggere un suo candidato allora siamo in emergenza per cui avanti con chi c'è. Dura sostenere che siccome alla lotteria del voto segreto potrebbe uscire un presidente di Centrodestra allora l'emergenza è doppia e Mattarella va inchiodato alla poltrona.

Avere e dimostrare affetto e stima per Sergio Mattarella, come ha fatto ieri il popolo della Scala è come faremo anche noi in qualsiasi circostanza, non significa non avere affetto e stima per la democrazia che, probabilmente non a caso, stabilisce per sua tutela che Mattarella debba lasciare la poltrona del colle più alto a qualcun altro. Il primo a essere convinto di ciò è proprio il Presidente, che più volte di recente ha ribadito la sua indisponibilità a rimanere.

 

Ma da qui al voto, previsto per i primi giorni di febbraio, applausi, lusinghe e appelli al bis si moltiplicheranno mettendo a dura prova la coerenza dell'attuale Capo di Stato. Che immaginiamo ben conosca la trama, scritta da William Shakesperae, del Macbeth a cui ha assistito ieri. Che in estrema sintesi mi perdoneranno i melomani e i colti racconta dei catastrofici effetti della ricerca del potere per il proprio interesse personale. Rischio da cui, ne siamo certi, Mattarella è lontano anni luce. Ma non altrettante certezze abbiamo nei riguardi di chi oggi lo vuole tirare per la giacca.

 

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