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Pier Ferdinando Casini, "Salvini burattino di Putin". Profezia cupissima: "Che fine rischia di fare a Mosca"

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La missione (possibile) di Matteo Salvini a Mosca? "Io voglio credere assolutamente alla genuinità e alla bontà dei suoi propositi, ma deve stare molto attento a evitare che perseguendo un obiettivo così nobile finisca per indebolire il ruolo dell'Italia diventando un burattino nelle mani di Putin. Come dice il proverbio: delle buone intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno". Parola di Pier Ferdinando Casini, intervistato dal Corriere della Sera.
 

 

 

"Io credo molto nell'importanza della diplomazia parlamentare e non penso che la sua iniziativa estemporanea recherà danno alla maggioranza - spiega il senatore centrista -. Però in certe circostanze è bene lasciare l'azione al governo, l'attore oggi è Draghi. Ricordo a Salvini una frase dell'ex primo ministro inglese Harold Wilson: 'Se vuoi dare un consiglio utile a una persona e vuoi farti ascoltare da essa, sussurraglielo all'orecchio. Se invece ne parli con tutti, allora è segno che si vuol fare solo propaganda'".

 

 

 

Intanto a Macron e Scholz Putin avrebbe detto che è pronto a riprendere il dialogo con l'Ucraina: "È uno spiraglio- sottolinea Casini- certo, l'importante però è capire che oggi non c'è in corso una guerra in Ucraina ma all'Ucraina e quindi la pace alla fine la dovranno fare gli ucraini con i russi. Voglio dire: l'Europa sta facendo quello che deve fare, i tavoli che si aprono sono sempre positivi, ma quando si parla di pace non si può mai prescindere dagli ucraini. Che hanno avuto il territorio devastato, i disastri di Bucha e il presidente Draghi questo lo ha evidenziato spesso, l'Europa cioè non è equidistante tra Russia e Ucraina. Purtroppo però, spero di sbagliarmi, non credo che la pace sia vicina, temo che andremo ancora avanti con un conflitto a bassa intensità".

Poi, sulle armi: "Quando i sovietici ci puntarono contro gli SS-20- ricorda Casini - come reagirono Craxi, Spadolini, Cossiga, Andreotti? Installando gli euromissili. Cioè: quella che sembrava una scelta di guerra, in realtà produsse pace e disarmo. Si chiama deterrenza". Infine, sui pesanti contraccolpi economici della guerra, secondo Casini, "l'Italia ha fatto la scelta più giusta promuovendo la diversificazione degli approvvigionamenti delle risorse energetiche. Quanto al grano bisogna stare attenti alle furbizie: i russi assicurano di voler far passare le navi sminando il mare, ma non vorrei che la vera intenzione fosse quella di liberarsi la strada per Odessa". 

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