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Luigi Di Maio, addio M5s? "Perché la colpa è di Roberto Fico"

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La colpa non sarebbe di Giuseppe Conte, ma di Roberto Fico. Se Luigi Di Maio ha deciso, o forse semplicemente accelerato il passo per la scissione del Movimento 5 Stelle, spiegano gli uomini più vicini al ministro degli Esteri, sarebbe stato per "le parole di Fico", le critiche del presidente della Camera "hanno segnato la rottura definitiva. Sono state il punto di non ritorno...". 

 

 

 

Mentre procede senza sosta lo scouting dei fedelissimi di Di Maio per la formazione dei nuovi gruppi di Camera e Senato, insomma, si procede già allo "scaricabarile" delle responsabilità, un modo come un altro per marcare confini politici e sgravare la coscienza davanti agli elettori per una scelta che, con ogni probabilità, decreterà la fine del Movimento per come l'abbiamo conosciuto fino a oggi. Dal punto di vista parlamentare, la fuoriuscita dei parlamentari è pesante: si parla di una quindicina di senatori e addirittura una cinquantina di deputati.

Come suggerito all'agenzia Adnkronos dai parlamentari dimaiani che confluiranno, presto, nel gruppo "Insieme per il futuro" (sarebbe questo il nome scelto), Di Maio non avrebbe gradito la difesa di Conte portata da Fico. Una rottura che sembra arrivare sulla scia di una vecchia faida "napoletana", visto che entrambi ambiscono al ruolo di leader in uno dei feudi elettorali a 5 Stelle.  

 

 

 

 

E Beppe Grillo? C'è chi fa notare, maliziosamente, che i dimaiani sono usciti allo scoperto "bruciando" il fondatore, atteso a Roma giovedì. La scissione è stata annunciata addirittura due giorni prima, segno di quanto ormai il clima nel Movimento sia irrespirabile, anche nei confronti del guru schierato apertamente con Conte. 

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