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Alessandro Di Battista: "Pronto a tornare nel M5s, a una condizione"

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Da lontano Alessandro Di Battista commenta quanto sta accadendo in queste ore dopo l'addio di Luigi Di Maio dal Movimento 5 Stelle. Sbattuta la porta dei grillini, Dibba ammette: "Mi interessa poco. Il movimento è stata una parte importante della mia vita. Ma ho già passato la fase della delusione". E proprio lui, che conosce bene l'ambiente, giura che i pentastellati sono tutti "inca***" con il ministro degli Esteri che - a loro dire - pensa ai suoi interessi. 

 

 

Eppure il timore è che l'addio di Di Maio sancisca la fine del Movimento. A chi, come Tpi, glielo fa presente, l'ex Cinque Stelle risponde: "Non lo so. Potrebbe avere una possibilità se saprà fare delle scelte scomode, difficili e radicali, come quelle controcorrente su cui nacque". E sul suo futuro non nega: "Potrei riavvicinarmi al Movimento, ma ad una condizione, che è l’unica accettabile per i tanti delusi di queste ore". Quale? "L'uscita dal governo entro l'estate". 

 

 

 

D'altronde i pensieri verso Mario Draghi sono tutt'altro che al miele. Di Battista lo definisce un presidente del Consiglio che "senza un avallo di Washington" non sarebbe arrivato a Palazzo Chigi. Ma non solo, per rincarare la dose: "A mio avviso il governo Draghi è stato l’errore più grave di tutti. Non è un caso che su quella scelta io abbia lasciato il Movimento. Per quattro poltrone da ministro ci siamo ridotti a fare i portatori d’acqua altrui". Spazio poi alle previsioni con Di Maio, a detta di Dibba, che "prenderà parte alla costruzione di un soggetto più grande, una cosa centrista draghiana". A bordo, tra gli altri, "Giorgetti a Vincenzo De Luca. E magari la Carfagna leader".

 

 

 

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