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Grillo e i traditori? "Si riferiva a Conte e Travaglio", cosa spunta nella chat 5s

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Nelle chat del Movimento 5 stelle non sono pochi a sostenere che il post di Beppe Grillo contro i "traditori" in realtà non sia rivolto a Luigi Di Maio - sul quale l'Elevato si è espresso a suo tempo - ma a Giuseppe Conte e a Marco Travaglio. Insomma, si tratterebbe di una sorta di messaggio al leader del M5s, al direttore del Fatto quotidiano e anche a Domenico De Masi, il quale, proprio sul quotidiano di Travaglio aveva parlato della telefonata tra Draghi e Grillo in cui il premier avrebbe chiesto la testa di Conte. "Su Di Maio non avrebbe reagito così a scoppio ritardato, su quello ha già commentato", dicono al Giornale alcune fonti grilline. Nessuno dei diretti interessati ha smentito la telefonata ma sui messaggini, il presidente del Consiglio ha sfidato Conte: "Se ha le prove vediamole".

 

 

Tant'è. Ieri primo luglio Beppe Grillo scrive sul suo blog un post intitolato appunto "Fenomenologia del traditore e del tradimento". Dopo aver passato in rassegna alcuni traditori storici e letterari, da Giuda a Jago a Uriah Heep, l'Elevato, nell'ultimo capoverso, dedicato ai nostri giorni, si chiede: "Ma perché ci siamo intrattenuti nel tradimento e nel traditore? Perché questo nostro è forse il tempo in cui tradire non lascia traccia nell'animo del traditore che con ogni probabilità non si sente neanche tale. Talvolta può perfino tendere a sentirsi un eroe, ma agli occhi solo di qualche suo compare Jago, giammai nell'animo di chi ha fatto della lealtà e della schiettezza la sua bandiera e la sua ragione di vita". 

 

 

 

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