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La Costituzione italiana? Talmente bella e buona che ormai è fuori dal mondo

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Mattarella e la Costituzione italiana

Iuri Maria Prado
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Questa storia della Costituzione che non si può cambiare, perché altrimenti casca il mondo democratico di cui è fondamento, ha un corollario apparentemente contraddittorio e in realtà armonico rispetto a quell'impostazione ideologicamente conservatrice: e cioè agghindarla con svolazzi di buoni sentimenti e con un bouquet di valori perbene, trasformandola in un manifesto progressista.

 

 

Già ci hanno ficcato dentro "l'ambiente", che non significa nulla, e persino la "biodiversità" e gli "ecosistemi": e pace se fanno biodiversità anche le cavallette che devastano le coltivazioni, di modo che se per salvare il raccolto uno le stermina compie un delitto; amen se l'ecosistema è fatto anche di vermi e topi, e liberarsene significa attentare a un bene protetto.

 

 

Ma se fosse per alcuni si tratterebbe di infilarci dentro un bel numero supplementare di vagheggiamenti inclusivi ed ecosolidali, il catechismo arcobaleno e gli ortaggi democratici, il diritto allo studio per gli spermatozoi e quello di voto per le ovaie, i ghiacciai con il diritto di non ritirarsi e il dovere dei deserti di rimanere nei margini: e naturalmente tanta, tanta, tanta pace per tutti. Poi il mondo brutto e cattivo va da un'altra parte, ma tanto noi abbiamo la Costituzione più bella del mondo, sempre più bella, sempre più fuori dal mondo.

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