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Pontida, ecco perché la Lega oggi ritrova se stessa

Pietro Senaldi
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Chiedi al pratone. «Pontida mai per caso», diceva Umberto Bossi, il fondatore. Oggi la Lega di Salvini si ritrova dopo tre anni giusti nel centro di gravità permanente di se stessa, il luogo simbolo, a celebrare quello che, a ogni metà del mese di settembre, si rinnova come il Natale del Carroccio.

Nel 2020 e nel 2021 l'appuntamento, che è un po' una grande festa, un po' una seduta di autocoscienza collettiva e un altro po' una ripartenza densa di aspettative, non si è tenuto. Non causa Covid ma scusa Covid; non c'era molto spazio per la speranza negli anni di Speranza. Più di mille giorni dopo Salvini ha richiamato i suoi. Nel 2019 il partito era ebbro di sé, reduce dal plebiscito delle Europee, il 34% dei consensi grazie soprattutto all'azione del Capitano al Viminale, come ministro dell'Interno; però era anche sotto choc perché la rottura con i grillini non aveva portato al voto anticipato, come sperato, ma a quello che sarebbe stato l'infausto governo giallorosso, figlio dell'astuzia di Renzi e della pochezza di Zingaretti, che aveva già cominciato a farsi sfilare il Pd dalle mani.

 

Oggi i numeri non sono più quelli, anche se sono previste più presenze sul pratone rispetto a tre anni fa, perché la scelta di sostenere il governo Draghi in modo da garantire una rappresentanza agguerrita dell'elettorato di centrodestra nell'esecutivo ha avuto un prezzo salato, quello di lasciare campo libero e praterie di consenso all'opposizione. Ma la data è più importante rispetto a tre anni fa, perché tira aria di vigilia; la Lega di Salvini, se tutto va come ci si aspetta, potrebbe per la prima volta essere parte di un governo politico d'area e non di compromesso, dove tutti remano nella stessa direzione, ciascuno secondo la propria natura.

GIOCO DI SQUADRA
E il gioco di squadra, che da oggi dovrebbe essere la parola d'ordine rilanciata, non riguarda solo la coalizione, ma soprattutto il partito. Sul palco Salvini ha chiamato tutti i presidenti di Regione, i segretari federali e gli uomini al governo. Ci saranno Zaia, Fontana, Fedriga, Garavaglia, Stefani, Giorgetti, che ha mal di schiena ma ha giurato che ci sarà «anche a costo di venire con la sedia a rotelle». L'intenzione del Capitano leghista è di rendere l'immagine plastica della compattezza della Lega in vista delle sfide del prossimo esecutivo e di riaccendere l'entusiasmo della base dopo tre anni senza appuntamenti oceanici. Per questo il segretario ha promesso «una sorpresa finale».

Quanto ai temi, perché Pontida, oltre che una ricorrenza identitaria è anche un appuntamento programmatico, si rinnoverà l'impegno per la battaglia autonomista, che può passare solo se si convince anche l'Italia centro-meridionale dei vantaggi del regionalismo, e si illustreranno i progetti economici, che sono il cuore della proposta leghista. «Invece di parlare di pupazzi, Draghi trovi i soldi per le bollette» ha introdotto ieri l'argomento Salvini, polemizzando con il premier che il giorno prima, senza mai nominarlo, ha di fatto processato il leader della Lega per le sue antiche buone relazioni con Putin.

 

MESSAGGIO LANCIATO
Già, anche questo sarà uno dei temi affrontati nel pratone oggi: proprio nel giorno in cui sono crollate tutte le allusioni recapitate dagli Usa su una Lega finanziata da Mosca, non solo la sinistra non si è scusata, provando a cavalcare il cavallo azzoppato della delazione ai danni di Salvini, ma il presidente del Consiglio con l'America nel cuore ha tenuto aperto un capitolo che avrebbe potuto chiudere. La sensazione nei corridoi del Carroccio è che Super Mario abbia voluto togliersi due sassolini dalle scarpe nei confronti dell'ex ministro dell'Interno, uno per la mancata elezione al Quirinale, dove alla fine Salvini si è fidato più di Mattarella che di Draghi, l'altro per la caduta del suo governo, al quale però di fatto la Lega non ha mai fatto mancare i voti. Matteo sa di giocare pesante e rischiare molto a raccogliere la sfida che arriva dai palazzi romani e a fare orecchie da mercante ai messaggi di riallineamento, ma se c'è una cosa che non gli è mai mancata è il coraggio politico. Pontida di fatto è già iniziata ieri, con l'invito al capo del governo a cercare i soldi per gli italiani e non i pupazzi per la stampa progressista, un segnale che il leader leghista intende affrontare il pratone e la settimana che lo separa dal voto a testa alta e senza fare sconti. Per questo ha radunato tutta la squadra, a lasciare intendere che la sua presenza nel prossimo governo non sarà di comodo né accondiscendente. Uomini e idee ci sono, bisogna solo trovare un nuovo equilibrio.

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