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Salvini contro Molinari: "Leghisti in Donbass? Pronti a difenderci in tutte le sedi"

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Davvero la Lega ha messo "il cappello" sulla annessione russa dei territori ucraini da febbraio a oggi? "Falsità": così una nota ufficiale del Carroccio bolla, senza mezzi termini, la vulgata che da giorni sta prendendo piede tra commentatori ed esponenti politici della sinistra italiana. Una coda velenosa di campagna elettorale che punta chiaramente a delegittimare non solo Matteo Salvini, ma tutto il futuro nascente governo di centrodestra. Far credere all'opinione pubblica che una parte importante della maggioranza sia vicina spiritualmente e politicamente vicina al Cremlino potrebbe avere ripercussioni negative su vari piani per Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d'Italia impegnata nella formazione dell'esecutivo.

 

"La Lega - si legge nella nota di via Bellerio - non ha legittimato in alcun modo aggressioni e annessioni: diffidiamo la sinistra e i suoi media dal ripetere simili falsità, peraltro dopo le innumerevoli menzogne della campagna elettorale e i falsi virgolettati attribuiti a Matteo Salvini negli ultimi giorni. Anche alla luce di quanto sostenuto su giornali e trasmissioni televisive delle ultime ore, la Lega si difenderà in tutte le sedi. La linea del partito è stata confermata dal segretario anche con una nota ufficiale inviata venerdì".

Un esempio di questa campagna? Quanto detto poche ore prima dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari a L'aria che tira, su La7: "Dopo il risultato elettorale in Italia e vinta la campagna elettorale, cos'ha fatto la Lega? Ha mandato due suoi esponenti a partecipare e a legittimare il referendum di annessione del Donbass alla Russia. E' evidente che non dico la Lega, ma Matteo Salvini non è d'accordo con la posizione di coesione politica che Giorgio Mulè ha appena esposto. E questo credo che sia il vero problema che Giorgia Meloni e forse anche Forza Italia debbano affrontare per costruire e formare un nuovo governo".

 

La condanna di Fratelli d'Italia di quanto avvenuto a Mosca, con la cerimonia di annessione dei territori di Lugansk, Donets, Zaporizhzhia e Kherson alla Russia, era stata nettissima, da subito. "L'annessione alla Federazione russa di quattro regioni ucraine non ha alcun valore giuridico o politico - aveva tuonato la Meloni -. Putin dimostra ancora una volta la sua visione neo-imperialista di stampo sovietico".

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