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Pier Ferdinando Casini, "senza aver mai faticato...": cosa sa Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Pier Ferdinando Casini è il nonno del Parlamento, sebbene non abbia ancora l'età per coccolare i nipotini. Il fatto è che siede su una poltrona del potere politico da quarant'anni e non c'è verso di fargli cambiare mestiere, forse perché non è idoneo, o non ha voglia di svolgerne un altro. Egli è nato democristiano, è cresciuto come tale, e, quando lo scudocrociato è defunto tra le braccia di Mino Martinazzoli, Pier Ferdinando non si è scomposto. Ha semplicemente mutato braccia, finendo tra quelle di Silvio Berlusconi, il quale lo ha accolto amorevolmente. Cosicché Casini è rimasto legato a doppio filo con il potere, sempre in auge, come si conviene a un carrierista di talento. A me l'uomo non è antipatico, tutt'altro, eppure devo ammettere che il soprannome che gli hanno attribuito, Pierfurbi, è azzeccato in pieno. Invecchiare a Montecitorio è operazione che soltanto a un campione dell'opportunismo può riuscire. Il suo primato di permanenze nelle aule magne dello Stato difficilmente potrà essere raggiunto da qualcun altro.

FUORICLASSE
Casini, parliamoci chiaro, è un fuoriclasse della resistenza, non quella degli antifascisti - puri dilettanti - bensì quella dei grandi amanti del dolce far niente. Infatti è noto che a Montecitorio e a Palazzo Madama la vita è comoda, non comportando fatiche e neppure impegno. Non ho mai visto un deputato o un senatore madido di sudore. Oddio, anche i parlamentari hanno i loro problemi, il maggiore si presenta circa ogni cinque anni, quello di non perdere la cadrega allo scopo di continuare a mantenere il posto privilegiato, che non garantisce ricchezza ma preserva dalla povertà. Non è molto, tuttavia al confronto del reddito medio degli italiani la paga non è nemmeno misera. La grandezza di Pier Ferdinando è tutta qui. Egli è stato in grado per tutta quanta l'esistenza di evitare con cura di lavorare, cosa che riesce a pochi cristiani. E pensare che ha frequentato con successo il liceo classico e la facoltà di giurisprudenza conseguendo una brillante laurea.

Ciò gli avrebbe consentito di trovarsi un impiego non banale, però se ne è guardato bene dal farsi assumere da una azienda qualsivoglia, investendo la sua preparazione nell'arrampicata nei partiti, attività che ha condotto con immensa bravura, benché non sia mai andato oltre la presidenza della Camera. Meglio che niente. Egli nel compiere giravolte e salti mortali è un maestro ineguagliabile. Pensate, dopo essere passato dallo Scudo crociato a Forza Italia senza fare una piega, vista la malaparata si è successivamente trasferito a sinistra dove ha trovato un alloggio confortevole che gli garantisce di non spegnersi e di ricevere ancora l'indennità spettante agli onorevoli. Recentemente, cioè alle ultime elezioni, Casini (nomen omen) ha superato addirittura Vittorio Sgarbi, sulla cui intelligenza c'è poco da dubitare. Dunque il nostro eroe si è assicurato per altri cinque anni un portafogli non disprezzabile. La conferma che la sua astuzia è fuori discussione. Se non sbaglio, il nostro paladino ha 69 anni, se la sua salute tiene, come gli auguriamo, potrà resistere altre due o tre legislature, assodato che per lui prendere voti a secchiate è come per noi bere un caffè.

RECORD
È già avviato a battere tutti i record di longevità politica, quindi non correrà il rischio di imparare un mestiere vero per vivere decentemente, anche in considerazione del fatto che ha diritto alla pensione di deputato di lungo corso, la quale è tutt' altro che povera. Pierfurbi comunque mi piace, quantunque in una circostanza mi abbia inutilmente querelato, nel senso che la causa è stata bloccata. Si era offeso a morte poiché, quando fu eletto presidente della commissione parlamentare che doveva indagare sui pasticci del Monte dei Paschi di Siena, non cavò un ragno dal buco, e io glielo feci notare. Si infuriò con me, poi si placò. Adesso egli tira a campare e campa non malaccio. Ha avuto due mogli e da entrambe ha divorziato. Per un cattolico, pure questo è un risultato da non sottovalutare.

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