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Meloni, pugno di ferro contro i rave: "Lo Stato non si fa mettere i piedi in testa"

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"Abbiamo aperto il Cdm ricordando la vicenda dei 27 bambini che a San Giuliano di Puglia sono morti per il crollo di una scuola fatiscente". Così si esprime il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella prima conferenza stampa. Con lei il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quello della Salute Orazio Schillaci, dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Il primo a prendere la parola è Nordio. È stato lui a dire: "Abbiamo accolto ol grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell'applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione". In ogni caso il premier ha voluto precisare: "Qualcuno ha detto che con il rinvio al 30 dicembre rischiamo di far saltare il Pnrr. Il rinvio della riforma Cartabia non cambia nulla per il Pnrr. Ci siamo presi due mesi mantenendo i nostri impegni con la Commissione europea per offrire più tempo ai nostri uffici giudiziari affinché possano adempiere alla norma".

 

 

E ancora: "Il prossimo 2 novembre sarebbe entrata in vigore la riforma Cartabia nella parte sul processo penale ma nei giorni scorsi il ministro della Giustizia è stato raggiunto da una lettera di tutti i procuratori generali che segnalavano come quella disposizione, in assenza di strumenti, rischiava di creare problemi significativi". In pratica, gli uffici giudiziari "non sono pronti ad adempiere e questo rischiava di produrre la paralisi del sistema giudiziario. Nelle more dell'applicazione di questa norma si rischiava che una serie di detenuti uscissero dal carcere".

 

 

 

Poi è Schillaci ad anticipare al 1 novembre la scadenza dell'obbligo di vaccinazione Covid. "Questo - spiega - perché il quadro epidemiologico è mutato, in particolare dai dati si vede che impatto su ospedali è limitato e c'è diminuzione contagi e stabilizzazione occupazione ospedali. A ciò si aggiunge la carenza del personale medico: quindi aver rimesso a lavorare questi medici non vaccinati serve a contrastare la carenza e garantire il diritto alla salute". Piantedosi, invece si sofferma sull'ultimo caso di cronaca: il rave di Modena. E su questo promette: "A una stretta sui rave party ci stavano già lavorando. I requisiti di necessità e urgenza nascono dal fatto che l'assenza di una normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come testimonia la cronaca degli ultimi anni". Dello stesso parere la Meloni, che conclude: "Lo Stato c'è e non si fa mettere i piedi in testa".

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