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Fabio Rampelli, "pronto a candidarmi". Ma... quel veto "amico"

Fabio Rampelli

Salvatore Dama
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Fabio Rampelli si dice disponibile alla candidatura per la presidenza della Regione Lazio. Ma Forza Italia frena. Non c'è ancora accordo, dice Antonio Tajani. E sono frizioni nel centrodestra. Piccoli graffi, tutto sommato, rispetto alle coltellate che volano a sinistra. Dove Pd, grillini e terzo polo non trovano l'intesa su un candidato unitario. Nel Lazio. Ma neanche in Lombardia.

Andiamo con ordine. «Ho sempre dato a Giorgia Meloni la disponibilità a svolgere il ruolo più utile alla causa», spiega Rampelli in un'intervista al Messaggero. «Sono stato pronto a fare il candidato sindaco in passato» e per la Regione Lazio «sono disponibile a fare il candidato governatore, se serve».

 

 

I tempi sono sufficientemente maturi. Il presidente uscente, Nicola Zingaretti, si è dimesso. E presto si tornerà al voto. Fratelli d'Italia è il primo partito nel Lazio e quello tradizionalmente più strutturato. Meloni ha già fatto capire agli alleati che saranno loro a dare le carte. Ma sul nome gli alleati vogliono trattare. Soprattutto gli azzurri: «Rampelli è un protagonista della politica della mia Regione, del Lazio, il centrodestra sarà unito e troveremo il candidato o la candidata più forte«. L'esponente meloniano «ha detto di essere disponibile, è un nome di prestigio, si vedrà, non c'è stata alcuna trattativa, prendo atto della disponibilità». Per ora, frena Tajani, «non c'è nessun accordo». Dopo la rigidità forzista, Rampelli incassa l'appoggio di Sgarbi, mentre resta silente la Lega.

 

 

Questo è il quadro nel centrodestra, dove comunque s' è già trovata l'intesa sulla conferma di Attilio Fontana in Lombardia. Passiamo alla sinistra. Dove sono ancora in mare altissimo. I grillini nelle ultime ore hanno smentito un possibile accordo nel Lazio con il Pd intorno alla candidatura (proposta dai dem) dell'ex ministro Massimo Bray. Ed è molto probabile che i 5S vadano da soli o in alleanza con Verdi e Sinistra italiana.

Ai dem resta l'opzione centrista. Incarnata da Alessio D'Amato, che ha il sostegno del terzo polo. In Lombardia è caos totale. Con quotidiane fughe in avanti. Ieri è toccato all'europarlamentare Pierfrancesco Majorino: «In tante e tanti mi state invitando a candidarmi alle primarie. La stessa proposta mi è arrivata da numerosi esponenti ed amministratori del Pd lombardo, anche nel tentativo di costruire una cosiddetta "proposta unitaria" per guadagnar tempo per la campagna elettorale». Prima di Majorino si era proposto Pierfrancesco Maran. Che si è candidato alle primarie (che non è detto si faranno). Sul tavolo resta la convergenza col terzo polo sul nome di Letizia Moratti, magari in ticket con un esponente che meglio rappresenti la sinistra. 

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