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Elly Schlein, la grande pugnalata alle spalle: che fine ha fatto

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Andrea Orlando sta prendendo tempo? La pensano così i suoi nemici all'interno del Pd. Secondo loro, l'ex ministro dem starebbe facendo di tutto per evitare che la corsa per la segreteria sia un derby Bonaccini-Schlein. Cosa che taglierebbe fuori lui e la sua area. Lo scrive Lorenzo De Cicco in un retroscena su Repubblica. Secondo altri, invece, Orlando avrebbe voluto un congresso più lungo, dal momento che il partito starebbe vivendo - a suo avviso - "una crisi di identità". Di qui la necessità di una fase rifondativa vera.

 

 

 

Secondo Repubblica, inoltre, "solo la vecchia guardia è rimasta attorno all'ex ministro: parlamentari di lungo corso, da Anna Rossomando ad Andrea Martella". I giovani, invece, starebbero già guardando altrove. Peppe Provenzano, vice-segretario del Pd, tratterebbe per sé; mentre l'europarlamentare Brando Benifei ha lanciato un suo progetto autonomo, "Coraggio Pd".

 

 

 

Sulla figura di Elly Schlein, comunque, Orlando avrebbe dei dubbi. Secondo lui, infatti, non sarebbe necessario un papa straniero per riportare il partito sulla strada giusta. L'ex vicepresidente dell'Emilia Romagna non è iscritta al Pd. E proprio questo avrebbe scoraggiato la sua candidatura nei giorni scorsi. Stando allo statuto dem, l'iscrizione al partito rappresenta una condizione necessaria per presentare la propria candidatura. Ecco perché si pensa che Orlando difficilmente la sosterrà.

 

 

 

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