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Alessandro Sallusti, "cosa dovrebbe fare una sana destra liberale"

Alessandro Sallusti
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Va bene che la destra è (anche) ordine e disciplina e che molti elettori ciò apprezzano. Ed è vero che non possono esserci ordine e disciplina senza regole e sanzioni. Ma prendere atto che il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia, ha depositato una proposta di legge che chiede di ripristinare il carcere per chi si apparta in auto con una prostituta ci lascia perplessi. Ovvio che siamo a favore del decoro pubblico, ci mancherebbe altro, ma è quella parola “carcere” che non ci piace. Fino a tre anni di galera per un reato che non è reato (sesso tra persone maggiorenni e consenzienti) bensì la pratica più antica – e se non fosse per lo sfruttamento innocua - del mondo, beh forse è un tantino eccessivo.

 

 

 

Lo stesso Montanelli ebbe a dire non senza ragioni che “il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito è riconosciuto”. Ironia a parte, e senza rimpiangere i gloriosi bordelli, già c’è una legge che punisce la pubblica offesa al pudore e non si sente onestamente la necessità tantomeno l’urgenza di rimetterci mano, né si capisce perché a farlo sia un vice ministro degli Esteri che in teoria dovrebbe avere altre competenze, interessi e problemi.

 

 

 

Ecco, il governo di una sana destra liberale dovrebbe darsi altre priorità, e sono certo che ai suoi vertici già lo fanno. Queste uscite in ordine sparso oltre che discutibili creano solo spunti di inutili polemiche, a volte anche di ilarità che non fanno bene a nessuno. Lasciamo stare i clienti delle prostitute, quasi tutti disgraziati al punto da doversi comperare dieci minuti di finto amore, che se esagerano nei modi le leggi in essere sono sufficienti, semmai servirebbero più controlli.

 

 

 

Perché ieri era l’ipotesi di impedire ai fumatori di accendersi una sigaretta in un parco anche se soli, oggi si vorrebbe arrestare chi si apparta in compagnia senza offendere nessuno se non se stesso, domani chissà che cosa ci tocca sentire. Certo, ordine e disciplina, ma anche ordine nella comunicazione della maggioranza che, per quanto ne so, al governo queste libere uscite proprio non sono gradite, non in tempo di guerra e di crisi economica cioè in tempi di cose molto serie. 

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