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Riccardo Molinari, la rivelazione: "Perché la Lega cresce nei sondaggi"

 Riccardo Molinari

Fabio Rubini
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La Lega che torna a crescere nei sondaggi e nella considerazione degli elettori ha messo nel mirino l’Unione europea. Una scelta strategica dettata da una tattica ben precisa: ora che la Meloni è a Palazzo Chigi e, giocoforza, deve tenere toni istituzionali, tocca al Carroccio punzecchiare la Ue e raccogliere i dividendi. Peraltro è la stessa Unione europea a fornire materiale in abbondanza. Dal Qatargate alle normative green sulla casa, passando per la distruzione del settore legato all’automotive e, naturalmente, l’immigrazione. Di questo e di altro abbiamo parlato con Riccardo Molinari, alla sua seconda legislatura nel ruolo di capogruppo alla Camera della Lega. 

Onorevole Molinari, partiamo dalla casa, vera e propria ossessione di Bruxelles. Le normative sull’efficientamento energetico in fase di approvazione sarebbero un disastro per gli italiani. Che state facendo per impedire la loro entrata in vigore?
«Io e il mio omologo al Senato Romeo, abbiamo presentato una mozione che impegna il governo a contrastare questa direttiva. A decidere, infatti, sarà anche il Consiglio europeo, che è formato dai rappresentanti dei governi. Qualcosa però abbiamo già fatto. Inizialmente la norma prevedeva forti multe per chi non si adeguava per tempo e addirittura il divieto di vendere o affittare quegli immobili. Ora quei paletti sono stati tolti. Resta comunque il rischio per l’Italia di incappare in una procedura di infrazione. Il punto però è un altro. Se questa direttiva entrasse in vigore, i proprietari che non riuscissero ad adeguarsi perché non possono, vedrebbero ridotto il valore dei loro immobili. E questo non possiamo accettarlo. Anche perché l’obbligo di migliorare la classe energetica degli immobili entro il 2030 avrebbe un impatto devastante sulla nostra economia. Basti pensare che l’80% degli italiani ha almeno una casa di proprietà e questo vorrebbe dire un esborso fortissimo in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Sarebbe inaccettabile».

La Ue sembra ossessionata dalla casa e dagli italiani che la possiedono...
«Proprio così. Non dimentichiamoci che la Lega è già riuscita a sventare il golpe dell’Europa che voleva imporci la rivalutazione degli estimi catastali, che null’altro sarebbe stato se non il preludio all’innalzamento delle tasse sulla casa. Ma questo è un atteggiamento che non ci sorprende. Da tempo l’Europa ci accusa apertamente di avere troppo patrimonio immobiliare privato e con queste norme vuole spingere gli italiani a vendere... a tutto vantaggio dei fondi d’investimento».

Senta, sabato a Milano Matteo Salvini ha profetizzato l’esistenza di un Cinagate legato alla volontà della Ue di spingere sull’auto elettrica a scapito dei motori diesel. È d’accordo?
«A Bruxelles non so se qualcuno sia stato corrotto, se così non fosse certamente qualcuno è impazzito. Altrimenti non saprei come spiegare la volontà di distruggere un comparto come quello dell’automotive nel quale Italia e Germania sono i leader, a tutto vantaggio della Cina. Senza considerare che questa operazione avrebbe un costo sociale altissimo. Industriali del settore e sindacati sono concordi nel dire che lo stop ai motori tradizionali e ai diesel entro il 2035 comporterebbe la perdita di 75mila posti di lavoro. Nessuno dei quali potrà essere recuperato con le nuove produzioni».

 

 

 

 

Chiudiamo il capitolo Ue con l’immigrazione. Le chie do: a che punto è il lavoro del ministro dell’Interno?
«Piantedosi quando è venu to in audizione alla Camera ha preso un impegno molto chia ro, soprattutto per quanto riguarda la responsabilizzazione dell’Europa in tema di rim patri. È chiaro che l’Italia da sola fa più fatica a firmare accordi. La Ue deve fare la sua parte così come deve farla sul la redistribuzione di chi sbarca. Non possono essere lascia ti tutti a carico nostro».

Martedì in pre consiglio dei ministri arriva l’Autonomia, sarà un momento cru ciale per questa riforma?
«Deve esserlo. Da trent’anni la Lega è l’unica forza che por ta avanti questa riforma. Oggi, con un governo forte di centrodestra, non ci sono più scuse o la facciamo o avremo fallito. Per questo Calderoli fa bene ad andare avanti come un treno... Siamo consapevoli del fatto che anche tra i nostri alleati ci saranno delle resistenze, ma a questo punto della storia non ci possono essere più scuse. L’Autonomia va portata a casa».

Si parlerà anche delle norme di semplificazione del Pnrr...
«Che saranno un’autentica boccata d’ossigeno per i Comuni, soprattutto quelli piccoli, che sono in difficoltà a mettere a terra i progetti».

Negli ultimi giorni un tema che ha fatto discutere è quello degli stipendi degli insegnanti, con Fdi che si è detta contraria alla regionalizzazione degli stessi. Lei che posizione ha?
«Quello delle gabbie salariali, non solo per gli insegnanti, è un tema che da sempre caratterizza la Lega. E che vivere al Nord costi di più che farlo al Sud è oggettivo. Detto questo, però, Valditara ha fatto un ragionamento diverso. Ha detto che i nostri insegnanti sono quelli meno pagati in Europa e che quindi bisogna trovare un sistema per premiare quelli bravi e non farseli scappare».

 

 



 

Molinari, alla luce di quello che abbiamo detto fin qui, qual è il suo giudizio su questi primi cento giorni del governo Meloni?
«Abbiamo scelto di tenere il punto rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. E così abbiamo pensato da un lato alla sicurezza con il decreto rave e le norme sulle Ong di Piantedosi e dall’altro alle fasce deboli, con provvedimenti quali il taglio del cuneo fiscale, l’aumento delle pensioni, quota 41, l’estensione della Flat Tax e gli aiuti alla natalità. Sul resto, e penso soprattutto al caro bollette, abbiamo confermato la strada degli aiuti che già era stata tracciata col governo Draghi».

A proposito di Draghi. La scelta di entrare in quel governo vi ha molto penalizzato. Da qualche settimana, però, i sondaggi sono tornati a premiarvi. Che è successo?
«Una cosa molto semplice, che con un governo di centrodestra, anche chi prima era all’opposizione e su ogni provvedimento diceva “si poteva fare meglio e di più” adesso si trova a fare i conti con la realtà. E quel che dico è confermato dal fatto che ora stanno facendo scelte in continuità con quelle del governo precedente».

Dando di fatto ragione alla Lega...
«Sì, molti nostri elettori che erano rimasti delusi dalle scelte che avevamo condiviso con Draghi, oggi si stanno rendendo conto che erano le uniche possibili. E stanno tornando indietro. E non è finita qui, perché sono sicuro che più andremo avanti a governare e più la qualità delle soluzioni proposte da una classe dirigente preparata come la nostra, verranno fuori e ci faranno crescere ancora».

Ci sono le regionali in Lombardia e nel Lazio. Secondo lei che valore potranno avere per il futuro della Lega?
«Per noi sarà importante soprattutto il risultato della Lombardia. Sabato scorso c’erano più di 800 persone al Teatro Manzoni ad ascoltare Salvini e i ministri. È stata una bella iniezione di fiducia. Credo proprio che Fontana vincerà, ma è chiaro che più voti avrà la Lega in Lombardia e più forte sarà la Lega anche a Roma...».  

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