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Bruno Vespa, la bomba politica: "Ho parlato con Luca Zaia. E..."

 Bruno Vespa  

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Bruno Vespa interviene sul tema dell'autonomia e mette i puntini sulle "i" a diverse questioni. In primis il direttore di Porta a porta, nel suo editoriale su Il Giorno, spiega che l'autonomia differenziata è "figlia di quella riforma" avviata "alla vigilia delle elezioni politiche del 2001, nel tentativo di sottrarre la Lega al ritrovato abbraccio di Berlusconi". Allora, prosegue Vespa, "i Democratici di sinistra fecero approvare la riforma del titolo V della Costituzione con soli tre voti di maggioranza. Presidente dei Ds era Massimo D’Alema, che già nel ’95 aveva sdoganato la Lega come ‘costola della sinistra’ in quanto nuovo partito operaio del Nord". E ora "sorprende" "la vibrata protesta della sinistra per una riforma che è anche figlia sua".

 

 

E ancora, osserva il giornalista: "L'Emilia Romagna nel 2017/2018 fu lesta ad affiancarsi a Lombardia e Veneto nell’avviare il processo autonomista. Successivamente altre sette regioni (tra cui la Campania e il Lazio, governate dal centrosinistra) hanno fatto la stessa richiesta. Dunque? Passate le elezioni del 12 febbraio nel Lazio e in Lombardia, andrebbero deposte le armi e avviato un ragionamento di buonsenso", suggerisce Vespa.

 

 

Del resto, per la "formazione centralista" che ha Giorgia Meloni, sottolinea, "è scontato che senza garantire a tutti un servizio di base efficiente in ogni campo non si va da nessuna parte. Ma è giusto che chi ha una marcia in più possa correre". Quindi, conclude Vespa: "Ho parlato più volte con Luca Zaia e lui mi ha sempre ripetuto che autonomia significa spendere in proprio gli stessi soldi che oggi lo Stato spende nella sua regione. Non un euro in più a scapito degli altri. Oggi la sanità è già gestita dalle regioni e non è colpa delle regioni del Nord se nel Sud funziona peggio".

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