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Cutro, Sallusti contro Schlein: "Ci si butta come una iena affamata"

Alessandro Sallusti
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“Una strage di Stato”, “Nessuno ha voluto salvarli” sono alcuni dei titoli dei giornali di ieri che guidano l’opposizione al governo di destra. Insomma, la disgrazia di Crotone equiparata a piazza Fontana - l’attentato organizzato nel ‘69 a Milano da pezzi deviati dello Stato - o al disinteresse con cui in troppi assistettero ai rastrellamenti degli ebrei. Con la bava alla bocca i frustrati dall’esito delle elezioni azzannano il governo sventolando i corpi senza vita di settanta disgraziati. Non importa che dal giorno del suo insediamento questo esecutivo abbia tratto in salvo circa 2600 immigrati condannati a morte dagli scafisti, si sorvola sul fatto che analoghe tragedie siano avvenute sotto governi di sinistra.

No, questo naufragio perle sinistre e i loro organi di propaganda - La Stampa e La Repubblica in primis - è manna dal cielo e infatti la loro nuova idola, dopo Soumahoro finito come è finito, Elly Schlein ci si butta su come una iena affamata solo per fare vedere che con lei qui la musica cambia.

 

C’è qualche cosa di immorale in tutto questo, qualche cosa che va oltre la legittima richiesta di capire che cosa è andato storto in quelle ore, quale catena non di volontà criminali ma di eventi avversi ha impedito di arrivare in tempo a salvare il salvabile. Una inchiesta, ci auguriamo, chiarirà ma fin da oggi possiamo dire che siamo di fronte a un fatto che rientra a pieno titolo nella legge di Murphy: se qualche cosa può andare male, lo farà. Vediamo i fatti: la spedizione parte da un Paese, la Turchia, le cui coste non sono monitorate, così come la rotta scelta non è tra quelle tenute sotto osservazione. Pare che l’imbarcazione abbia avuto un guasto, da qui il trasbordo deciso dagli scafisti su uno scafo per nulla adeguato che superate le coste greche viene sì avvistato da un aereo di Frontex - l’agenzia europea che pattuglia il Mediterraneo - il quale però non nota particolari segni di pericolo, non lancia un allarme ma una semplice segnalazione prima di rientrare in quanto a corto di carburante. 

Quindi il mare si ingrossa, ma gli scafisti, per non finire nei guai, non chiedono soccorsi e procedono verso la costa calabra dove vengono avvistati da una motovedetta della Finanza non attrezzata per intervenire. Della questione viene informata la capitaneria ma i suoi mezzi non sono da quelle parti e infine, a pochi passi dalla salvezza, ecco la secca su cui l’imbarcazione purtroppo va in mille pezzi. Ditemi voi se questa è una “strage di Stato” voluta da questo governo che sta rincorrendo barchini ovunque per salvare chi è in difficoltà e che all’Europa chiede con forza di fare presto a varare un piano serio e condiviso proprio per non lasciare le cose in balìa della legge di Murphy. Non è un caso invece che si sta facendo strage, questo sì, dell’etica giornalistica e politica.

 

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