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Carlo Calenda, boato di fischi alla Cgil: "Pecoroni", come umilia Conte

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Doppia razione di fischi per Carlo Calenda al congresso della Cgil a Rimini. La prima, quando il leader del Terzo polo con grande sincerità (un po' brutale) dice rivolto a Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni seduti al suo fianco: "Se posso governare insieme a chi è su questo palco? No". Brusii e malumore dalla platea, con replica velenosa: "Volete racconto all you need is love o come stanno le cose? Volete che vi dico quello che penso o no?", ha replicato Calenda. "Amici belli, fate manifestazioni per la libertà di pensiero e ora lasciatemi parlare".

Ma il picco di tensione si registra quando sempre Conte, con cui come noto non corre buon sangue, lo stuzzica con una accusa ben precisa. "A me non preoccupa quando Carlo prende qualche voto dalla destra - spiega il leader del Movimento 5 Stelle, riferendosi a una battuta un po' polemica dello stesso Calenda pronunciata pochi secondi prima -, mi preoccupa di più quando voti con la destra con il tuo amico Matteo Renzi, come hai fatto su alcune mozioni". Il pubblico in sala applaude calorosamente e qui il leader di Azione perde visibilmente il controllo.

"Con Renzi ho votato con la destra. E quando?". Conte balbetta: "Ci sono state diverse occasioni...". Calenda lo travolge a velocità lampo: "No no no. A me va bene tutto, ma mi dite quando avrei votato con la destra? Sulla guerra? Allora ho votato anche col Pd: il Pd è di destra?". Quindi si rivolge direttamente al pubblico: "Chi di voi applaude, mi dice di grazia quando è successo? Noi con la destra non abbiamo mai votato, informatevi invece di fare i pecoroni". E giù altri fischi.

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