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Berlusconi ricoverato, Mulè attacca: "Chi parla di scissione dovrebbe vergognarsi"

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Un altro giorno al San Raffaele in terapia intensiva, per Silvio Berlusconi. Ma le sue condizioni appaiono in miglioramento, anche se è stata smentita da Alberto Zangrillo l'indiscrezioni secondo cui il Cavaliere si sarebbe alzato per la prima volta dal ricovero di mercoledì, per poi sottoporsi ad esercizi per il recupero polmonare. In ogni caso il Cav sarebbe di buon umore e desideroso di tornare a casa al più presto.

Ed in questo contesto, come riferisce la AdnKronos, Forza Italia tira un sospiro di sollievo per le condizioni di Berlusconi, il cui miglioramento è stato confermato anche dall'ultimo bollettino medico. Parte insomma il conto alla rovescia per riabbracciare il leader, ricoverato da mercoledì nell'ospedale di Segrate per un'infezione polmonare in un quadro di leucemia mielomonocitica cronica. L'ex presidente del Consiglio, racconta chi ha avuto modo di parlargli nelle ultime ore, starebbe reagendo bene alla degenza. 

 

A livello politico però non si placano le speculazioni sul futuro del partito azzurro e le indiscrezioni che parlano di un deterioramento dei rapporti tra l'ala governista che fa capo al vicepremier e coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani e la componente vicina alla capogruppo al Senato Licia Ronzulli. Ad allontanare le voci di scissione oggi ci pensa Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e parlamentare vicino a Ronzulli: "Chi parla di rischio scissione dovrebbe vergognarsi soltanto a pensarlo in questo momento", dice all'Adnkronos l'ex direttore di Panorama. A chi gli chiede se alla convention forzista in programma a Milano il 5-6 maggio avremo la fotografia di un partito diviso, Mulè risponde sicuro: "Non è una fotografia reale. È quella che vogliono proiettare quelli che non vogliono il bene di Berlusconi e Forza Italia". L'esponente di Forza Italia accoglie con soddisfazione gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni del presidente Berlusconi: "Ogni notizia buona è una buona notizia". 

Lo scossone segnato dalle nuove nomine ha premiato la linea governista di Tajani, rinsaldando il legame tra Forza Italia e il governo Meloni. Lo dimostra il colloquio avuto nei giorni scorsi tra la premier e il neo-capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli. "Non è casuale che io abbia buoni rapporti con Giorgia Meloni. Siamo amici fin da quando, giovane consigliere della provincia di Roma, già dimostrava determinazione e qualità di leader", ha aggiunto sempre all'Adnkronos il presidente dei deputati azzurri nel giorno di Pasqua, assicurando lealtà all'esecutivo: "È scontato che Forza Italia si impegni per dare pieno sostegno al governo che fortemente ha voluto. Ed è scontato che Giorgia Meloni auspichi un forte contributo da parte di Forza Italia in un momento cosi delicato per la storia del paese e dell'Europa". "Del resto - ha sottolineato - Forza Italia e il presidente Berlusconi hanno già dimostrato buon senso e capacità di buon governo; Giorgia d'altronde è stata ministro proprio di un governo a guida Berlusconi".

 

Dallo stesso leader di Arcore sarebbe arrivato un invito alla compattezza per blindare il governo: "Il messaggio che ci manda Berlusconi è di lavorare nell'interesse del paese ognuno nel proprio ambito sia da militanti o dirigenti di partito. E soprattutto di collaborare a ogni livello nel sostenere il governo e le istituzioni territoriali nelle quali il ruolo di Forza Italia è determinante per storia e capacità", ha concluso Barelli.

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