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Pd, altro scandalo: indagato il deputato Laus, "intascava fondi pubblici"

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Andrea Valle
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Mauro Laus, deputato del Pd, è indagato per un’inchiesta su fondi pubblici destinati alla cooperativa Rear, azienda piemontese che si occupa di vigilanza e sicurezza, di cui Laus è socio. L’ipotesi è di malversazioni. Rear è considerata un colosso del settore. Laus è stato presidente del Consiglio regionale del Piemonte tra il 2014 e il 2018, anno in cui è stato eletto in Senato per i dem. Da ottobre 2020 è vicepresidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. È stato un controllo di routine, su uno degli ultimi appalti acquisiti da Rear, a portare alla luce anomalie sulla gestione dei pagamenti pubblici per i servizi erogati dalla società. Lo sguardo degli inquirenti si è allargato anche ad alcuni suoi fedelissimi, già collaboratori nella cooperativa: la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo e l’assessore ai Grandi Eventi Mimmo Carretta. Grippo è stata in Rear da maggio 2018 a dicembre 2021, e si è occupata di comunicazione esterna, attività di ufficio stampa e coordinamento con i media. È diventata presidente del Consiglio comunale con oltre 1.200 preferenze. Assieme a Laus rappresentano una delle colonne portanti dei Dem a Torino.

Torniamo all’inchiesta. Sotto osservazione c’è in modo particolare il Forte di Bard, in Valle d’Aosta, dove la cooperativa ha in affidamento un appalto per l’accoglienza dei visitatori. Rear ha 1.500 dipendenti e un fatturato di 30 milioni. Tra le commesse ottenute, si va da quelle per il Museo Egizio a quello del Cinema, dall’università al Teatro Stabile. Ma ha appalti anche in altre città come Verona, Roma e Bardonecchia. Sulla sua pagina Facebook, lo stesso Laus è intervenuto dopo le notizie di queste ultime ore. Citando anche la recente legge Cartabia: «È singolare che la legge Cartabia abbia introdotto il divieto per gli Uffici della Procura della Repubblica e per gli ufficiali di polizia giudiziaria di fornire informazioni sugli atti di indagine senza formale e motivata autorizzazione, gli interessati vengano messi a conoscenza di essere indagati senza averne avuta prima alcuna informazione ufficiale. Alcuni giornalisti sono più informati di me...».

 


LE REAZIONI
Forza Italia è andata all’attacco: «Le notizie che abbiamo appreso dai quotidiani sulla Rear e su alcuni esponenti di rilievo del Partito Democratico e con ruoli istituzionali di primo piano in Comune a Torino crediamo meritino almeno le comunicazioni in Sala Rossa ed eventualmente una sospensione cautelativa», hanno dichiarato il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente coordinatori provinciale e comunale di Fi a Torino. A chiedere «chiarezza e trasparenza» anche il capogruppo in Consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, Andrea Russi, che in una nota, pur non entrando nel merito dell’inchiesta, fa sapere di aver «predisposto un accesso agli atti per avere conto di tutti i rapporti in essere tra Rear e Comune, le sue partecipate, i suoi enti e tutte le fondazioni». 

 

 

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