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Salvini, opere al palo in tutta Italia: smascherato il partito dei "no"

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Pietro De Leo
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C’è un tema che si cela dietro quel vulnus di opere, anche preventive, di cui in questi drammatici giorni di maltempo (così come in altri eventi estremi dei mesi scorsi) l’Italia subisce i contraccolpi più pesanti. Ed è la presenza di spinte esattamente uguali e contrarie a quelle del “fare”. I professionisti del ricorso, del contenzioso in grado di bloccare progetti e realizzazioni. Ne ha parlato, ieri, il vicepresidente del Consiglio e Ministro di Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini. «Troppi “no” hanno fatto male all’Italia – spiega- aggravando i problemi idrogeologici che si sommano a quelli derivati dalla crisi idrica». Che realmente, come illustrato più volte da numerosi studiosi, sono due fenomeni il secondo dei quali rende più dannoso il primo, stante il fatto che il terreno siccitoso ha molta più difficoltà ad assorbire l’acqua. Dunque, a proposito dello stato dell’arte, ha osservato: «Gli interventi per fronteggiare i problemi idrogeologici servono per mettere in sicurezza i territori, mentre l’idrico vede il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in prima linea e serve per gestire la risorsa-acqua». E ha aggiunto: «Su questo tema, abbiamo 11 dighe commissariate per problemi che ne rallentano la conclusione o la manutenzione. Quattro impianti (tre in Sardegna e uno in Sicilia) hanno una gestione speciale perché hanno bisogno di essere completati, in un caso- in Campania- mancano interventi rilevanti a valle della diga».

 

 


DIGHE DA PROGETTARE
E ancora, ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio: «Sei strutture sarde non possono essere riempite al 100% per drammatica mancanza di manutenzione: devono essere messe in sicurezza». Notevole l’impegno di spesa: «In tutto, ha detto, prevediamo investimenti da 3 miliardi che comprendono anche i lavori per l’acquedotto del Peschiera alle porte di Roma». Inoltre: «In Emilia-Romagna c’è la diga di Vetto: abbiamo già assegnato 3,2 milioni per la progettazione e confidiamo che il dossier venga sbloccato al più presto. Siamo determinati ad accelerare, costruire, ricorrere ad altri eventuali commissariamenti». Infatti, spiega ancora Salvini: «i no ideologici hanno aggravato i problemi idrogeologici e hanno rallentato la corretta gestione delle risorse idriche. Dobbiamo cambiare strada: si può fare, lo faremo».

 

 


Tutto questo, in una giornata che ha visto anche il confronto del leader della Lega con i sindacati del trasporto aereo a proposito dello sciopero di quattro ore, che era previsto per oggi, giornata che cadeva nel mezzo di un momento molto critico, con circolazione ferroviaria compromessa e molte strade interrotte per il disastro in Emilia Romagna. Nel primo pomeriggio, è arrivato l’annuncio del differimento della protesta al 4 giugno: «Li ringrazio per la sensibilità in questo frangente difficile» ha scritto Salvini rivolto ai sindacati . In serata però la sigla Usb ha confermato lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto aereo fatta eccezione per i territori e le direttrici colpiti dalla disastrosa dall’alluvione. Oltre alla contingenza di quanto sta accadendo con il Maltempo, il tema delle realizzazioni, e soprattutto dei margini di manovra degli enti pubblici, è stato al centro del confronto di ieri. Intervenendo al Forum della P.A. , il vicepresidente del Consiglio è tornato a parlare del codice degli appalti.


IL CODICE
«L’obiettivo è che le pubbliche amministrazioni lavorino più efficacemente con principi di trasparenza. Le soglie previste sono quelle stabilite dall’Unione Europea. Per tutto quello che non è PNRR, decine di migliaia di stazioni appaltanti, questo codice ha l’obiettivo di semplificare e sburocratizzare, di togliere la paura di firma», ha osservato. E ancora: «C’è il principio della rotazione, per evitare che siano sempre le stesse aziende a partecipare. Sarà garantito il massimo della trasparenza, e la Pubblica amministrazione non potrà più dire no definitivo, ma sempre motivato e condizionato. Non tutti sono soddisfatti al 100% ma se qualcuno lo fosse, vorrebbe dire che qualcosa non va, perché è stato un lavoro di equilibrio tra le esigenze e le istanze di tutti».

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