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Sondaggio, Terzo Polo smascherato: ecco chi vota i "centristi"

Arnaldo Ferrari Nasi
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Sebbene l’attuale sistema elettorale sia di tipo proporzionale, l’idea che vige dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi, l’idea è quella della bipolarità. Inserire in questo contesto un terzo elemento, il progetto voluto da Renzi e Calenda, è stato molto ambizioso. Una ulteriore difficoltà è stata quella che la genesi del Terzo Polo partì dall’unione di due formazioni già esistenti; capitanate, in più, da due numeri uno della politica nazionale: un ex presidente del Consiglio (Renzi); un ex ministro per lo Sviluppo Economico (Calenda). Ciò nonostante, per gli elettori, la proposta sembrerebbe poter funzionare e parrebbe potersi dire che la questione tra Azione ed Italia Viva sia soprattutto una controversia tra i due leader. La grande maggioranza chi vota Azione e di chi vota Italia Viva, infatti, ritiene che le due formazioni abbiano valori in comune. Il 74% tra i calendiani, il 63% tra i renziani; ovvero, tre quarti e due terzi.

 

 


Interessante chi dice di no. Hanno quasi lo stesso profilo: sono donne, mature e ben istruite. Le anti-Renzi sono però essenziamente nel Centro nord, si sentono di sinistra e alle Europee potrebbero anche votare +Europa. Le anti-Calenda sono per in maggioranza al Centro sud, si sentono di centrosinistra o anche di centro, e alle prossime Europee potrebbero votare anche Forza Italia.
Tornando alla maggioranza della base elettorale del Terzo Polo, ovvero quella che ritiene avere valori comuni, si può notare anche un (parziale) allineamento delle posizioni in caso di ipotetiche nuove elezioni nazionali. L’asse del Terzo Polo si sta spostando a sinistra. Rispetto alla stessa domanda fatta alla fine dello scorso anno, i calendiani che si alleerebbero con il Pd, M5S, Sinistra-Verdi, oggi passano dal 49% al 65%; i renziani dall’8% ad un ben più abbondante 36%. Diciamo che in questa ipotesi Italia Viva si spaccherebbe a metà, con gli irriducibili leggermente differenti da quelli visti prima. Sempre in maggioranza donne, ma anche giovani, del Nord-Est, con basso grado di istruzione, che, ovviamente, si sentono di centrodestra.

 

 

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