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Frecce Tricolori, Ignazio La Russa: "Sciacalli che si approfittano della disgrazia"

 Ignazio La Russa

Tommaso Montesano
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Lo sciacallaggio contro le Frecce Tricolori continua e allora a difesa della Pattuglia acrobatica nazionale si leva la voce di Ignazio La Russa. «Non oso credere che ci possa essere qualcuno che tenta di approfittare di una disgrazia come questa, di un incidente come questo, per mettere in discussione una delle eccellenze italiane, a cui va tutta la mia stima e la mia profonda vicinanza in un simile momento di dolore», mette a verbale il presidente del Senato. Parole che arrivano dopo le continue dichiarazioni, da sinistra, che strumentalizzando la morte della piccola Laura chiedono di mettere a terra gli aerei con il Tricolore.

Anche ieri, nel giorno in cui la procura di Ivrea ufficializza l’iscrizione nel registro degli indagati del pilota, il maggiore Oscar Del Dò, la lista di chi auspica la chiusura delle Frecce Tricolori si è allungata. Sul podio, il primo gradino spetta alla scrittrice «pacifista e ambientalista»- come la definisce La Stampa Lidia Ravera. Intervistata dal quotidiano torinese, Ravera si è lasciata andare a una lunga filippica non solo contro la Pattuglia acrobatica nazionale, ma contro lo stesso Tricolore: «Sono tra chi si chiede a che cosa servono (le Frecce, ovviamente, ndr). La celebrazione del tricolore (minuscolo, ndr) non è mai stata al centro delle mie preoccupazioni». Quindi della Pattuglia se ne può fare a meno. Senza considerare che formazioni simili, che rendono lustro alle singole Nazioni con le esibizioni, sono presenti in 56 Paesi.

 

 

 

Ravera non sente ragioni: «Ci sono state tragedie e altre ancora potranno essercene. Io credo che sia il momento di abolirle». Anche perché sono anche troppo «costose». Quindi, nell’ordine: sono inutili, pericolose, si fanno pagare tanto e in più, novità, provocano «l’inquinamento». Al secondo posto vale la pena inserire Claudio Marchisio. L’ex calciatore della Juventus ha affidato ai social le sue riflessioni su quanto accaduto: «In quell’auto è stata distrutta la vita di una famiglia, ha perso la vita una bambina di soli 5 anni, mentre il suo fratellino di 12 anni è rimasto gravemente ustionato ed è ricoverato in prognosi riservata. Sono senza parole, incredulo e anche un po’ incazzato. Non si può incolpare il destino per quello che è successo, non si deve pensare che è stata una sfortunata circostanza. Non si può accettare questa tragedia». La domanda arriva di conseguenza: se non si può pensare che si sia trattato di una «sfortunata circostanza», cosa intende Marchisio? Che la colpa di quanto accaduto sia del pilota?

 

 

 

Poi c’è lo scrittore Christian Raimo, che su Facebook fa di conto: «Il costo annuo delle Frecce Tricolori è di circa 15 milioni di euro per esaltare un senso di patria (anche qui minuscolo, ndr) di cui potremmo fare volentieri a meno. Oggi abbiamo una famiglia massacrata, senza un minimo senso». Chiusura con il Codacons. Il suo presidente, Carlo Rienzi, chiede «di vietare del tutto le esibizioni degli aerei nei cieli italiani, poiché i pericoli legati a tali manifestazioni sono troppi». E dà un consiglio alla procura di Ivrea: estenda le indagini «nei confronti degli organizzatori del volo mortale di sabato scorso per la possibile fattispecie di omicidio con dolo eventuale, perché potrebbero aver creato le condizioni che hanno portato alla tragica morte della bimba». 

 

 

 

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